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Ancora sulle violenze di Colonia e la “rape culture” [DE][EN][SE][IT]

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Su suggerimento di @GNUDaeshLinux, @Massimo011, @Bernie.

Dopo i fatti di Colonia, alcuni commentatori (su Vice, su TAZ, ripresi anche da hookii) hanno invitato a guardare le violenze di Capodanno non come un evento eccezionale, ma come qualcosa di incastonato in una già presente “rape culture” di matrice tedesca. “La rape culture in Germania non è stata importata, è sempre esistita”, titolava Vice, con la chiosa di “12 denunce per stupro all’anno all’Oktoberfest”. Ma questi numeri sono effettivamente verità? Il Frankfurter Allgemeine Zeitung li ha controllati e si sono rivelati falsi e ora si chiede come mai nessuno abbia controllato prima di pubblicare. Qui un altro articolo sul tema di Sueddeutsche Zeitung.
In Italia la notizia dei “10 stupri all’anno all’Oktoberfest” è stata ripresa da diverse pubblicazioni e anche da un sito “smascheratore di bufale” (bufale.net).

Ma è possibile che alla base di quel che è successo ci sia una questione religiosa, o culturale? Il politologo tedesco egiziano Abdel-Samad, autore di “Il fascismo islamico”, invita a non mettere la testa sotto la sabbia.

Le aggressioni alle donne nella notte di capodanno a Colonia hanno anche a che fare con l’Islam. Una religione che considera la donna o come proprietà o come pericolo è parte del problema e i giovani musulmani recentemente immigrati vivono scissi fra l’aspirazione alla libertà e una rigida educazione sessuofobica.

E anche in Svezia si moltiplicano le accuse di voler nascondere la situazione. La polizia svedese si è scusata per non aver comunicato ai media e alla popolazione la notizia delle molestie a danno di giovani donne al festival “Noi siamo Stoccolma!” degli ultimi tre anni (l’articolo è in svedese, qui un’approssimativa traduzione fatta da google). Peter Agren, capo della polizia, ha dichiarato: “È un punto dolente, a volte non osiamo dire quel che è successo perché rafforzerebbe i Democratici Svedesi (partito di estrema destra svedese ndt). Come polizia dobbiamo pensare anche a questo”.

Uno dei maggiori quotidiani svedesi, Dagens Nyheter, è accusato di aver taciuto gli stessi fatti, pur essendone venuto a conoscenza da più fonti.

Immagine by Richard Potts [CC BY 2.0] via Flickr.


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