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L’architettura nelle città secondo Beppe Grillo

L’architettura nelle città secondo Beppe Grillo

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A cura di @Lowresolution.

Dopo le polemiche che hanno seguito la decisione del Comune di Roma sul nuovo stadio della Roma, Beppe Grillo firma sul suo blog un manifesto della nuova architettura della città del Movimento 5 Stelle.

Grillo si scaglia subito contro “i saccenti urbanisti, ingegneri e architetti”.

Pregherei i saccenti urbanisti, ingegneri ed architetti, qualora qualificati, ad agire nel loro mondo, migliorando la qualità della vita di tutti e poi ad esprimersi su una politica che cerca la sua strada per aprire una visione innovativa di città, una visione condivisa e sostenibile per lo sviluppo umano.

La “nuova visione” dell’architettura e dell’urbanistica grillina è contro il “consumo del suolo” e sopratutto contro gli edifici verticali a torre. Per una migliore qualità della vita e rapporto con l’ambiente, meglio costruire in orizzontale.

Poi perché la verticalità deve essere sempre sinonimo di qualità? Chi lo dice? Esistono esempi di interi quartieri (in europa e quindi visitabili da tutti voi) che si sviluppano in orizzontale senza smania di verticalità, che a fronte sello sviluppo orizzontale aumentano la qualità della vita il rapporto con l’uomo e migliorano l’impatto ambientale.

Il post di Grillo è una risposta indiretta a molte critiche, tra cui l’intervista a Luca Molinari, architetto, critico e storico dell’architettura all’Università Vanvitelli di Napoli. Su Linkiesta Molinari spiega che la paura delle torri è ideologica, dato che notoriamente lo sviluppo orizzontale degli edifici consuma molto più suolo di quello verticale e che i grattacieli moderni permettono l’applicazione di soluzioni tecnologiche più efficienti in termini di sostenibilità ambientale e riduzione dello consumo energetico.

Diciamo che l’Italia ha un problema di fondo con l’idea di modernità. Ancora nel 2017 un edificio contemporaneo è considerato un problema, cosa che nel resto d’Europa non esiste.

 


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