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Argentina 2017: giallo a valanga [ES]

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A cura di @Luis.

Oltre le più rosee aspettative, Macri ha vinto tutto quel che poteva vincere a questa tornata, da minoranza strutturale: Cambiemos è diventato il partito egemone, l’asso pigliatutto contro una opposizione più che mai divisa. Ha polverizzato il Fronte Rinnovatore, l’altro grande contendente nel campo del centrodestra, ha cancellato dalla mappa elettorale il Fronte Progressista Civico e Sociale, di centrosinistra, i peronisti sembrano essere dei mapuche, rinchiusi nelle riserve che rivendicano solo le proprie zollette di terra, e gli odiati kirchneristi sono messi all’angolo, benché forti vengono ostracizzati dalla altre forze politiche.

I trozkisti del Fronte di sinistra e dei lavoratori sono gli unici che aumentano i propri voti, al 7%, oltre che al Macrismo, veleggiando verso la massa critica del 41% dei voti su scala nazionale, un numero dei consensi sufficienti per imporre la propria agenda sul dibattito politico/legislativo.

Ci sono però diverse cose da dire, se nelle province di Salta e Chaco le divisioni tra il Partito dei Governatori (peronisti anti-k) e il Kirchnerismo più puro ha fatto vincere Cambiemos per il rotto della cuffia non si può dire altrettanto per le grandi province di Santa Fe e Buenos Aires dove i candidati della destra sono riusciti a porsi come centro di gravità permanente per i voti dei candidati sconfitti alle PASO, ricordiamo che chi prende meno del 1,5% non viene ammesso alle elezioni.

Entrando nel dettaglio di Buenos Aires, se da un lato Cristina Kirchner col 37,5% dei voti riesce a portare a casa un risultato così alto che i celeste e bianco non vedevano neanche col patriarca Nestor Kirchner in lista, il candidato della destra Esteban Bullrich riesce a superare il 40%, sufficiente per non rischiare di venire superato nel conteggio definitivo come avvenuto nelle PASO.

Contando che le liste dell’Unità Giustizialista, peronisti sia K che non, riescono a recuperare enclavi che erano andate al Centrodestra nelle PASO, come le Province di La Pampa e San Luis, la presenza di Lady K. pone più di un grattacapo ai notabili dell’opposizione: è imprescindibile perché ci sono migliaia di elettori che vanno a votare solo perché c’è lei? O con lei sul ponte di comando si rischia di fare una magra figura di testimonianza?

A proposito, Memen ha perso, punto a favore per Macri.


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