un sito di notizie, fatto dai commentatori

Dal meno peggio non c’è scampo

0 commenti

A cura di @noranta4.
Roberto Tallarita scrive a proposito dell’opportunità di votare il meno peggio.

C’è questa idea piuttosto popolare secondo cui, quando in un’elezione tutti i candidati lasciano parecchio a desiderare, ci sono due diversi modi di comportarsi. Il primo è pigro e rassegnato: accontentarsi del meno peggio. Il secondo è nobile, coraggioso, e ispirato: svincolarsi da quel ricatto e astenersi o votare un candidato simbolico con nessuna chance di farcela.

Quest’idea, però, si fonda su un equivoco, e cioè che scegliere “il meno peggio” sia una possibile filosofia del voto (e una piuttosto triste, peraltro) e che ci sia invece un’alternativa da considerare. In realtà, il meno peggio è l’unica scelta possibile. Meno peggio vuol dire semplicemente “meglio, ma insoddisfacente”. Però lo scopo del voto non è trovare soddisfazione, ma contribuire a far prevalere l’opzione migliore. Per quanto il candidato meno peggio possa essere lontano dalle nostre aspirazioni, gli altri lo sono certamente di più. E siccome qualcuno sarà eletto comunque, abbiamo solo due alternative: aiutare il migliore (o meno peggio, che dir si voglia) o aiutare quegli altri.

 

Immagine da pixabay


Commenta qui sotto e segui le linee guida del sito.