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De Masi: 36 ore settimanali per azzerare la disoccupazione

De Masi: 36 ore settimanali per azzerare la disoccupazione

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A cura di @Lowresolution.

Lavoro 2025” è il titolo di una due giorni dedicata al futuro del lavoro nel prossimo decennio, organizzata dal M5S insieme al sociologo Domenico De Masi alla Camera dei Deputati a Roma. Venti relatori dal mondo dell’università, del lavoro e della politica. L’aula era piena di rappresentanti di molti partiti, soprattutto del Pd.

Un argomento interessante e già discusso molto su hookii. I temi centrali sono noti: automazione, disoccupazione giovanile, demografia, immigrazione, formazione e cultura. Si è parlato di un paese che malgrado tutto crescerà sempre meno del resto d’Europa, dell’aumento della disoccupazione giovanile, l’aumento degli anziani, il ruolo dell’immigrazione e dell’automazione e della robotica e del basso numero di laureati in Italia.

Il sociologo De Masi ha proposto “36 ore settimanali per azzerare la disoccupazione”. Intervistato da La Stampa, secondo De Masi la disoccupazione giovanile è causata dal fatti che alcuni lavorano troppo. Chi è occupato dovrebbe “cedere ore di lavoro a un disoccupato” e per fare una vera rivoluzione i giovani dovrebbero cominciare a offrire lavoro gratis.

«Se chi lavora 40 ore settimanali riducesse il proprio orario a 36 ore, la disoccupazione si azzererebbe. Il punto, quindi è riuscire a convincere un occupato a cedere le sue ore a un disoccupato».

Questo lo sostiene da tempo anche Grillo, ma come si fa?

«Lo spiego nel mio prossimo libro “Lavorare gratis, lavorare tutti”. Serve una piattaforma online alla quale i disoccupati possano iscriversi per mettere a disposizione le proprie competenze, dall’idraulico al designer, gratuitamente. Se su 3 milioni di disoccupati 1 milione lavorasse gratuitamente, si spaccherebbe il mercato, costringendo chi lavora di più a lavorare di meno».

E perché un disoccupato dovrebbero lavorare gratis?

«Per fare la rivoluzione. E poi, il vero dramma del disoccupato è non fare nulla tutto il giorno. Se iniziassero tutti a lavorare gratuitamente, nel giro di poco tempo troverebbero un lavoro pagato».


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