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I partiti senza idee e il ritorno alla palude

I partiti senza idee e il ritorno alla palude

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A cura di @Joker.

Con il grande ritorno del proporzionale sembra che i partiti si sentano dispensati dall’obbligo di comunicare agli elettori i loro programmi e abbiano deciso di regredire in una sorta di immaturità permanente.

E’ la tesi di un fondo di Claudio Tito su Repubblica. Con il maggioritario due coalizioni erano in qualche modo forzate a competere per vincere conquistando gli elettori, proponendo programmi e contenuti. Il ritorno del proporzionale sta riportando l’orologio politico indietro a una fase di irresponsabilità, in cui programmi e idee non contano. Le principali forze in campo, sembrano più interessante a compattare il proprio elettorato, mentre ogni discussione su contentui e programmi viene rimandata a una fase incerta dopo le elezioni, con inevitabili alleanze che verranno, ma di cui nessuno vuole parlare prima.

I quattro principali partiti – Pd, M5s, Forza Italia e Lega – si stanno mettendo d’accordo per approvare una legge che ricalca il modello proporzionale tedesco. È doveroso che una democrazia abbia un sistema elettorale degno di questo nome. E l’Italia non ce l’ha. Ma non è solo questo in discussione. Il vero nodo si concentra nel motivo per cui queste quattro forze politiche lo scelgono: l’impotenza. Negli ultimi ventitré anni, uno schema sostanzialmente maggioritario ha costretto tutti a misurarsi con le richieste dei cittadini e a presentare loro le idee, le linee di un futuro governo. A esporre la loro natura. Adesso succede il contrario. In una sorta di ritorno al “pentapartito” della Prima Repubblica, tutto si rinvia a dopo. In un enorme bacino dell’indistinto. Il cui pericolo più concreto prende la forma di una nuova palude in cui ogni mossa sarà frenata dalla melma.

Uno scenario molto preoccupante in un paese dove le forze populiste superano facilmente il 40% dei voti. Nel frattempo il rischio dell’esercizio provvisorio e dell’aumento dell’IVA è sempre più concreto.


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