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La classe creativa rovina le città [IT+EN]

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A cura di @cocomeraio.

Quindici anni fa Richard Florida, nel suo libro L’ascesa della classe creativa , sosteneva che le città dovessero dovessero adattarsi per accogliere al meglio i lavoratori “creativi” -ingegneri ad alta specializzazione, artisti a vario titolo, giornalisti- e che questo avrebbe permesso il rifiorire degli ambienti urbani su nuove basi, spingendo allo stesso tempo la crescita economica.

L’idea ha avuto successo ma, come ammette lo stesso Florida nel suo nuovo libro “The new urban crisis: How Our Cities Are Increasing Inequality, Deepening Segregation, and Failing the Middle Class-and What We Can Do About It“, questo ha portato ad un’espulsione di massa di poveri o classi medio basse, penalizzando anche i “creativi” che per reddito o patrimonio non potevano sostenere l’esplosione dei costi, accentuando le disuguaglianze sociali.

Ne parlano Pagina 99 e Jacobinmag.

 

Immagin da Wikimedia Commons.


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