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La crisi dell’idroelettrico

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A cura di @IlGuada (modificato).

Nel lungo servizio della trasmissione televisiva Falò (circa un’ora), andato in onda sul canale televisivo RSI della Svizzera Italiana, si racconta e si spiega cosa sta accadendo nel mercato dell’elettricità in Europa. Solitamente si ritiene che, specie se  pulita e rinnovabile, questa sia un affare per tutti, per chi la produce, per chi la distribuisce e pure per chi la consuma.

Sole, vento, acqua sono materie prime rinnovabili che richiedono investimenti iniziali sostanziosi, ma che poi, grazie alla loro inesauribile disponibilità, generano energia elettrica a costi bassi senza dar luogo ad inquinamento.

Come si spiega allora la crisi del settore idroelettrico in Svizzera, nazione che produce circa il 60% della sua elettricità grazie all’acqua immagazzinata nei bacini alpini?

La colpa, secondo l’articolo, sarebbe dei tedeschi e delle nazioni dell’Europa settentrionale che hanno incentivato pesantemente le fonti rinnovabili (sole, vento, biomasse), senza ridurre il ricorso alle fonti tradizionali come il carbone o il sempre discusso nucleare.

L’articolo rileva una superproduzione di elettricità, che ha fatto scendere il prezzo di vendita a livelli che spesso non coprono i costi di produzione, la scomparsa dei monopoli statali a garanzia della stabilità del mercato e, per finire, l’ampliarsi mercato stesso, che ormai coinvolge l’intera Europa.

Immagine da Pixabay.

 

 


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