un sito di notizie, fatto dai commentatori

La nascita di una comunità: perché non siamo mai stati individui – di @Elena

121 commenti

Premessa: oggi voglio provare a fare un esperimento, e presentare a questa community un articolo che racconta una storia affascinante e non banale: la nascita come venuta al mondo non solo di un individuo, ma di un’intera comunità di organismi strettamente connessi fra loro. E’ un primo tentativo, ed ogni feedback è bene accetto, su stile, forma e contenuto. Siate solo comprensivi, é la prima volta che cerco di fare qualcosa del genere. Per ogni chiarimento ed approfondimento, usate i commenti (ma che ve lo dico a fare).

 

Libera traduzione e riassunto da: Gilbert, S.F. A holobiont birth narrative: the epigenetic transmission of the human microbiome. Front Genet 2014 5, 282.

L’articolo in questione si basa sul concetto di olobionte, ossia sull’insieme di organismi in simbiosi fra di loro: per fare un esempio, l’essere umano e tutti i batteri che colonizzano il suo intestino, la pelle, i genitali, le mucose formano un olobionte. In effetti, il 90% delle cellule che compongono il nostro corpo sono in realtà microbi.

La gravidanza: una relazione a tre.

La gravidanza è una relazione simbiotica fra madre e feto: la madre influenza il feto apportandogli nutrienti ed ossigeno, ormoni per la sua crescita ed anticorpi per la sua difesa. Reciprocamente, il feto influenza la madre, cambiandone la circolazione sanguigna (crea dei canali che attraverso il cordone ombelicale possono portare allo scambio di nutrienti fra circolazione sanguigna materna e fetale), la risposta immunitaria (la madre deve riuscire ad accettare il feto e non attaccarlo come se fosse un corpo esterno) e perfino il metabolismo, fornendole ormoni che le permettono di mantenere la gravidanza. C’è però un terzo elemento in questa relazione simbiotica: i microbi della madre. In effetti sono i microbi ospiti della madre che sono in grado di metabolizzare alcuni nutrienti: circa il 30-35% dei metaboliti (nutrienti che sono stati processati dall’organismo) in circolo in un essere umano sono di origine batterica, e sono quindi differenti da persona a persona a seconda dei ceppi di batteri che ciascuno di noi ospita.Tutte queste componenti vengono trasmesse al feto, e ne influenzano lo sviluppo.

Inoltre, il microbioma della madre viene profondamente mutato durante la gravidanza: durante il primo trimestre non vi sono grandi variazioni, ma durante l’ultimo trimestre la composizione della flora batterica cambia drasticamente. L’importanza di questo cambiamento è stata dimostrata trasferendo i batteri di donne al primo o all’ultimo trimestre di gravidanza in femmine di un particolare ceppo di topi che non possiede batteri. Nelle topoline che avevano ricevuto il trapianto di batteri da donne all’ultimo trimestre è stata riscontrata una sindrome metabolica con cambiamenti simili a quelli che avvengono in gravidanza: insulino-resistenza, aumento di peso e infiammazione.

I cambiamenti della flora batterica riguardano sia quella intestinale, sia quella vaginale.
Per quanto riguarda quest’ultima, la composizione batterica viene pesantemente cambiata di modo tale che la presenza di un particolare tipo di lactobacilli, responsabile della produzione di una tossina antibatterica, aumenti. In questo modo la madre aumenta la sorveglianza contro le infezioni dell’apparato genitale durante la gravidanza.

Non solo geni: la trasmissione della flora batterica da madre a figlio.

Durante la gravidanza il feto è in un ambiente ritenuto sterile (il sacco amniotico), e riceverà i batteri che lo accompagneranno durante tutta la vita durante il processo della nascita, venendo “infettato” dai batteri presenti nei genitali e nell’intestino della madre. O almeno questo é quello che si credeva fino a poco tempo fa.

E’ stato infatti dimostrato che i primi batteri a raggiungere il feto derivano addirittura dalla bocca della madre, e vi arrivano ancora prima della nascita: il come resta un mistero, anche se si pensa che alcune cellule immunitarie (le cellule dendritiche) migrino dalla mucosa orale della madre fino alla placenta ed al feto portando con sé questi batteri.
In seguito, durante la nascita, il nascituro viene esposto ad una grande varietà di batteri, lungo il canale genitale e, per prossimità, dall’intestino. I batteri acquisiti tramite il parto naturale sono estremamente importanti, al punto che é stato dimostrato che i bambini nati tramite parto cesareo sono soggetti ad una colonizzazione batterica diversa rispetto a quelli nati normalmente. Infatti, i bambini nati tramite cesareo ricevono i loro primi batteri dall’ambiente circostante e dalla pelle della madre.

Anche il latte materno fornisce batteri che colonizzeranno l’intestino del bambino, ma il suo ruolo non si esaurisce qui. In effetti il latte é utilizzato come selezionatore positivo dei batteri “buoni”. Alcuni degli zuccheri complessi presenti nel latte materno, infatti, non possono essere digeriti dal bambino: essi servono da nutrimento per alcuni simbionti, tra cui i Bifidobatteri (avete presente il famoso Bifidus? Ecco, quelli.), favorendone la crescita a discapito di altri ceppi batterici indesiderati.

In pratica, dunque, durante la nascita non é solo il nostro patrimonio genetico che viene tramandato, ma anche tutta quella piccola squadra che ci permette di vivere sani, ed il modo in cui questo avviene é il frutto della coevoluzione della nostra specie e di decine di altre, i nostri inquilini. Cio’ che é evidente, é che vedendola da questo punto di vista non siamo individui: ognuno di noi é una community, che supporta la propria crescita.


Commenta qui sotto e segui le linee guida del sito.