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Perchè il terremoto

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Su suggerimento di @TapleyUlm e @Massimo011.

Dopo il potente terrremoto che ha colpito soprattutto Amatrice, Accumoli e Pescare del Tronto (potente sia per magnitudo che per numero di vite prese), molte sono le riflessioni che vengono fatte sui sismi in generale. Qui proponiamo due articoli che in qualche modo dialogano tra loro. Il primo è un interessante contributo del giornalista scientifico Pietro Greco sui terremoti nel nostro paese – e non solo – e su ciò che si dovrebbe fare per cercare di rendere le nostre aree urbane, a più alto rischio sismico, meno vulnerabili a essi: da Left.

I geofisici non possono dire, con precisione deterministica, il giorno e l’ora. Ma ci dicono dove è statisticamente probabile che sismi di magnitudo intorno a 6 possono avvenire. Abbiamo, pertanto, mappe molto precise del “rischio sismico”. Tuttavia il “rischio sismico” non è il prodotto solo della probabilità che succeda un terremoto. Un terremoto di magnitudo 6 o 7 o anche 9, ove mai avvenisse, al centro del Sahara non costituirebbe una minaccia per nessuno. Un terremoto produce danni, dicono gli esperti di rischio, solo in presenza di altri due fattori: l’esposizione e la vulnerabilità.

Il secondo è un articolo de Linkiesta che indirizza la sua indagine nel dettaglio della normativa antisismica, intervistando Massimo Forni, Responsabile Unità Tecnica Ingegneria Sismica dell’Enea:

[questa] è un insieme di criteri «per costruire una struttura in modo da ridurre la sua tendenza a subire un danno, in seguito ad un evento sismico». Eppure, la scuola di Amatrice, ristrutturata nel 2012 seguendo tali indicazioni è crollata e la domanda è diventata: com’è possibile che un edificio antisismico si sbricioli a quel modo?

 

Immagine di Natsag Public Domain, via Wikimedia Commons


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