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Ultime notizie da Porto Rico

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A cura di @Ander Elessendil.

L’uragano Maria ha oltrepassato le coste di Porto Rico e anche le prime pagine dei grandi media. Se anche prima se ne è parlato meno che di Harvey e di Irma, ora la differenza è ancora più grande. Eppure l’isola di Porto Rico ha subito danni enormi, epocali. Tre articoli riportano alcune delle ultime notizie.

Eric Holthaus, meteorologo, descrive come è l’isola a 48 ore dal passaggio dell’uragano. Praticamente tutte le utenze elettriche sono fuori uso. La rete dei cellulari è gravemente danneggiata, le strade interrotte da smottamenti, frane e allagamenti. Alcune comunità hanno il 90% degli edifici distrutti o danneggiati e varie, soprattutto nell’interno, sono ancora irraggiungibili. Le notizie arrivano attraverso le radiotrasmittenti.

I danni, secondo prime stime, ammontano a circa 30 miliardi di dollari, un terzo del PIL dell’isola. Considerando il fatto che i bilanci sono in rosso per 70 miliardi e il paese è praticamente in bancarotta Maria potrebbe causare un’emergenza umanitaria senza interventi esterni. L’ONU, che solitamente in queste situazioni si attiva, non si è mossa perché Porto Rico è territorio USA, ma Holthaus riporta che la scarsa copertura mediatica potrebbe comportare minori pressioni sui decisori politici per aiutare gli isolani. Con il rischio di trascinare la crisi per mesi.

Il problema più grosso, ora, è la mancanza di acqua pulita. Le inondazioni e le difficoltà di movimento stanno causando una penuria di acqua potabile e il rischio di vedere ritornare malattie scomparse da tempo, come il colera.

Notizia delle ultime ore, una diga nella zona nordoccidentale dell’isola ha ceduto o sta per cedere e decine di migliaia di persone sono state evacuate. Ne parla Repubblica.

National Geographic, con la giornalista Nadia Drake, riporta invece le condizioni del grande osservatorio di Arecibo, famoso per essere stato il set dei film Contact e GoldenEye e “patria” del progetto SETI. Come nel resto dell’isola anche ad Arecibo è mancata la corrente e le coperture cellulari. Dopo 24 ore di silenzio un ricercatore è riuscito a raggiungere l’osservatorio e a comunicare via radio la situazione. Le persone stanno tutte bene ma un grande strumento è stato distrutto dal vento, causando anche danni allo specchio principale. L’osservatorio sarebbe operativo anche senza ma la perdita lo priva di alcune delle sue capacità.

La cosa più urgente, ora, è di soccorrere la popolazione colpita dal cataclisma. La stessa strada di accesso è in precarie condizioni, le comunità limitrofe inondate e distrutte. Come successo in passato l’osservatorio ha le capacità per diventare un punto di appoggio per i soccorsi. In seguito si potranno fare esami più approfonditi sui danni subiti dalle strutture scientifiche.

Immagine da U.S. Department of Defense.


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