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23 permessi ogni 10 chilometri di fibra

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Su suggerimento di @Lowresolution.

Secondo Asstel serve un’autorizzazione ogni 432 metri di cavo per posare la banda ultralarga. In barba al regolamento scavi i Comuni pretendono la stessa documentazione richiesta per gas e fognature. Così sarà arduo raggiungere gli obiettivi europei. Servono regole sulle microtrincee, posa area e materiali innovativi. Purtroppo i comuni usano gli scavi per le tlc come un bancomat al quale rivolgersi per ripristinare il manto stradale degradato da anni ed anni di incuria e mancata manutenzione.

Con le minitrincee l’impatto sulla strada è contenuto, dato che il “buco” per la posa della fibra ha un diametro di circa 10 cm e una profondità di 40. Nel giro di qualche ora si scava, si posano le canalette con la fibra e si chiude tutto, ripristinando il manto danneggiato. Un sistema molto più veloce e semplice normato dal regolamento scavi. Ma siccome le norme non prevedono sanzioni, i Comuni spesso non le applicano e chiedono agli operatori la stessa documentazione necessaria per la posa, ad esempio, dei tubi del gas o delle fognature. Inoltre per tutelarsi da possibili danni, le amministrazioni chiedono agli operatori fidejussioni che possono arrivare fino a 4 milioni di euro per 10 chilometri. Garanzie che – una volta svolti i lavori – non vengono sbloccate, trasformandosi così in pesanti fardelli finanziari.

Immagine da pixabay.


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