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Argentina 2015: Scioli, Macrì e Massa a confronto

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Su suggerimento e a cura di @Luis K.

 

Il giornale argentino La Nación ha pubblicato un interessante articolo che mette a confronto il modo di amministrare dei tre principali candidati alle presidenziali di ottobre.

Daniel Scioli, governatore di Provincia di Buenos Aires per il Fronte per la Vittoria, è in grado di ostentare dei conti pubblici in ordine, frutto di ricette classiche come una riforma tributaria e tagli sulla spesa corrente, dalla crisi di bilancio del 2012. Vale la pena ricordare che Scioli però è in carica da dicembre 2007, è il terzo anno consecutivo che la Provincia è in avanzo primario, con un superavit di 3,3 miliardi di pesos (315 milioni di euro circa) situazione peraltro confermata dalla Asociación Argentina de Presupuesto (ASAP), organizzazione che passa al setaccio i discussi e screditati conti pubblici argentini.

Il rigore applicato dal governo provinciale però è costato a Scioli l’isolamento politico da parte dell’amministrazione federale. Questo al momento di rivedere le quote di finanziamento di compartecipazione federale: meccanismo per il quale la Provincia riceve attualmente qualcosa in più della metà del gettito fiscale che produce. Le aspre critiche da parte di sindacati e kirchneristi duri, per i tagli alla salute e alle infrastrutture e la revisione al ribasso degli stipendi dei dipendenti pubblici, sono arrivate a paragonarlo con Carlos Menem: Presidente peronista in carica tra il 1989 e il 1999 (con cui Scioli ha iniziato l’attività politica) considerato uno dei principali responsabili della crisi del 2001.

Nonostante l’aumento della pressione fiscale, arrivato al 6,9% del PIL mentre nel 2007 era al 4,2%, non sono stati effettuati degli investimenti adeguati nelle aree strategiche (situazione messa in evidenza dalle inondazione delle scorse settimane) e in 8 anni il numero dei dipendenti pubblici dell’amministrazione provinciale è cresciuto del 52%, arrivando a superare il numero di dipendenti pubblici dell’amministrazione federale presenti a Buenos Aires, 461.862 a 389.389. Caso più unico che raro.

Mauricio Macrì, capo di governo della Città Autonoma di Buenos Aires per Proposta Repubblicana (centrodestra), lascia una Città con dei numeri in bilancio non certo esaltanti. Il deficit ha raggiunto 1,6 miliardi di pesos (circa 150 milioni di euro). Secondo l’ASAP questa situazione si porta avanti dal 2006 (salvo il 2010), vale a dire prima che Macrì venisse eletto, nonostante la Città abbia usufruito della maggiore quantità di risorse della sua storia grazie a un importante pressione fiscale. Basti pensare che solo nel 2014 il gettito fiscale è aumentato del 34,1% rispetto all’anno precedente; buona parte corrispondente all’imposta sui redditi.

Le contrattazioni per i servizi legati alla nettezza urbana (il più gravoso per le casse cittadine), alla polizia metropolitana (creata da Macrì) e quelli ospedalieri e nelle scuole, rappresentano il grosso delle spese. Il governo di Macrì però non riconosce il deficit e assicura che le entrate sono garantite per la Capitale. Secondo il Ministero delle Finanze, infatti, le spese occorse alla costruzioni di nuove infrastrutture (linee metropolitane, opere idriche) considerarsi come degli attivi in bilancio in quanto investimenti. Il loro finanziamento, però, è anche frutto di indebitamento con istituti finanziari e altri enti federali da parte dell’amministrazione cittadina.

Le spese sociali come salute, istruzione e abitazione, hanno perso sempre più quota di finanziamento: dal 54% del bilancio del 2008 al 44% del 2014. Questa situazione è in parte spiegata dalla profonda riforma della pubblica amministrazione attuata da Macrì, che ha portato alla riduzione il numero di dipendenti pubblici negli uffici del governo a favore di più agenti di polizia e insegnati, ma nel contempo i salari non sono stati aggiustati in funzione dell’inflazione e dei consumi.

L’operato di Sergio Massa non si basa su bilanci, essendo deputato nazionale di Fronte Rinnovatore per la Provincia di Buenos Aires e non ricoprendo un ruolo esecutivo. L’analisi del suo operato si basa quindi sul suo lavoro legislativo e su come ha votato per i 13 progetti legge in materia economica, fortemente voluti dal governo nazionale da quanto Massa è entrato in carica nel dicembre 2013. Ha votato a favore di quattro, contro di sei, si è astenuto in una e in due non era presente, confermando la sua tendenza di oppositore post-kirchnerista ma non anti-kirchnerista.

Massa ha sostenuto la creazione della giurisdizione di difesa del consumatore, l’immunità degli attivi delle banche centrali straniere depositati nel Paese, la riduzione delle tasse sul biodiesel e la statalizzazione dell’amministrazione delle ferrovie.

Il deputato bonaerense si è opposto invece alla polemica legge di bilancio del 2015, alla legge sugli idrocarburi, alle legge sull’approvvigionamento, che permette allo Stato di rilevare l’amministrazione di attività economiche in caso di scarsità di beni, alla creazione dell’osservatorio sui prezzi, al cambiamento di giurisdizione del pagamento ai detentori di bond e all’accordo di cooperazione economica tra Cina e Argentina.

Massa inoltre si è astenuto durante il voto sull’accordo con Respol per l’espropriazione di YPF, industria petrolifera nazionale, e non era presente al momento di approvare la creazione della commissione d’inchiesta sul riciclaggio di denaro e sulla fuga di capitali e per la moratoria fiscale per lavoratori autonomi. Massa ha presentato due progetti riguardanti le imposte sui redditi, suo cavallo di battaglia durante la campagna elettorale, il primo prevedeva di aumentare il minimo non imponibile e l’altro di includere nel calcolo di detrazione il costo degli affitti e della manutenzione degli alloggi, progetti che però non sono andati in Porto.

 

Immagine collage di:

“Sergio Massa” by Presidencia de la Nación Argentina. Licensed under CC BY 2.0 via Wikimedia Commons

“Cristina y Scioli” by Presidencia de la Nación Argentina. Licensed under CC BY 2.0 via Wikimedia Commons

“Mauricio Macri Foto de Prensa2” by Inés Tanoira – http://www.flickr.com/photos/mauriciomacri/5660916957. Licensed under CC BY 2.0 via Commons


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