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Il “vero” volto di Ukok, principessa dei monti Altai 2500 anni fa [EN]

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Su suggerimento di @Ander Elessedil

Poco più di 20 anni fa, in un tumulo funerario sui monti Altai, in Siberia, a una quota di circa 2.500m slm, fu rinvenuto il corpo mummificato di una giovane donna, splendidamente conservato insieme al suo corredo funebre. A tale mummia è stato dato il nome di Ukok (da un monte della zona) ed ora se ne può osservare il volto grazie alla ricostruzione effettuata dall’imbalsamatore svizzero Marcel Nyffenegger.

Tutto ciò lo si deve grazie al permafrost, il terreno ghiacciato della zona che ha preservato tessuti e colori, e al fatto che il tumulo non è mai stato saccheggiato. Il corpo di Ukok è splendidamente preservato e presenta magnifici esempi di arte antica nella forma di estesi tatuaggi colorati.

In particolare, del suo corpo si sono ben conservati la spalla e il braccio sinistri, dove sono presenti i tatuaggi, mentre la testa e il collo sono molto più danneggiati. Proprio la condizione meno felice del volto ha portato un museo tedesco a richiedere l’aiuto di Nyffenegger, il cui compito è stato quello di ricostruire, a partire dalle ossa, il volto di Ukok fin nei minimi dettagli, nella sua qualità di esperto imbalsamatore che ha già lavorato nella ricostruzione di antichi Neanderthaliani.

‘And as for the facial expressions, it is important that I feel the person that I am creating. The more information the archaeologists give me, such as in which climate the people lived, what they ate, and if they were a warrior or a farmer, then the better I can do’.

Ukok è stata trovata nel 1993 dall’archeologa russa Natalia Polosmak. Di particolare pregio il suo corredo funebre, composto da 6 cavalli sellati e bardati con briglie dorate, un pasto fatto di carne di pecora e cavallo, ornamenti di feltro, legno, bronzo e oro, un piccolo contenitore di cannabis e un piatto in cui vennero bruciati semi di coriandolo, tutti indicatori del suo status sociale, della sua ricchezza e degli scambi commerciali che intratteneva il suo popolo, i Pazyryk, da quell’angolo remoto dell’Asia. Era vestita con una ricca veste di seta cinese, a quei tempi più preziosa dell’oro, e alti stivali di feltro. Aveva inoltre la testa rasata e indossava una parrucca di peli di criniera di cavallo sormontata da un cervo di legno. Grazie ai suoi vestiti, ai suoi ornamenti e alla sua “borsa dei cosmetici” è stato possibile ricostruire anche il suo look e i suoi segreti di bellezza.

La parte più importante della scoperta è stata, come detto, i suoi tatuaggi. Sulla spalla ha un animale mitologico colorato di blu, con il corpo di cervo, il becco di un grifone (o falcone) e elaborati palchi di corna. Più giù sul braccio ha un felino maculato e sul polso la testa di un cervo (o muflone).

Ukok aveva fra i 25 e i 28 anni quando è morta ed era alta 1.62 o 1.68 m, una statura importante per l’epoca.

E’ prevista, finite le analisi, la sua futura ritumulazione nel luogo originale di sepoltura, mentre sopra verrà costruito un mausoleo. Gli anziani locali, influenzati da credenze sciamaniche, ritengono che fino a quando la principessa non sarà tornata a riposare nella sua terra vi saranno disastri e calamità naturali (alluvioni e terremoti sono già stati collegati alla profanazione della tomba).

Judith Weingarten, archeologa britannica, prende spunto dalla notizia per parlare delle Amazzoni, il leggendaio popolo di sole donne presente nella mitologia greca.
Ukok è vissuta circa nel 500AC, proprio quando in Grecia Erodoto scriveva i primi libri storici. Erodoto stesso, in uno dei suoi libri, parla delle Amazzoni, riprese nella loro funzione di antico nemico sconfitto dagli antenati dei greci (a Troia, fra l’altro) per galvanizzare la popolazione al tempo dell’invasione dei persiani, ricordando loro le antiche vittorie sui barbari.
Per i greci le Amazzoni erano donne guerriere che vivevano a Nord e a Est del Mar Nero nelle immense steppe asiatiche, coraggiose in battaglie, abili con l’arco e ottime cavallerizze e cacciatrici.

Quegli stessi luoghi in quei secoli erano abitati da vari popoli accomunati da culture simili e raggruppati come Sciti. Le Amazzoni, per i Greci, erano proprio una tribù degli Sciti.
Quindi Ukok era una delle favolose Amazzoni? Apparteneva a quel mondo di favolose guerriere a cavallo? La sua tomba è solo una delle migliaia tombe scite scavate in questi anni, dalla Bulgaria alla Siberia. In passato si guardava al contenuto delle tombe per identificare il sesso dell’occupante, quindi armi e attrezzi da lavoro per gli uomini, gioielli, vestiti raffinati e profumi per le donne. Ma negli ultimi anni tecniche più precise hanno permesso di rilevare che il 37% dei corpi identificati come “uomini” erano in realtà donne sepolte con armi. Donne che presentano spesso ferite da combattimento nelle loro vecchie ossa.

Immagine tratta da Wikipedia.

Nota: il primo link nell’articolo rimanda alla cache di google. Il link originale è questo, ma sembra non funzionare al momento.


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