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Kafka. La vita è qualcosa di più di un gioco di pazienza

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A cura di @NedCuttle21(Ulm).

Sul sito Doppiozero, Andrea Pomella racconta dell’incontro con suo padre, avvenuto, dopo una separazione durata ben trentasette anni, nel dicembre dello scorso anno, e di come questo evento lo abbia spinto a rileggere e analizzare uno scritto epistolare di Franz Kafka del 1919, pubblicato postumo nel 1952: Lettera al padre.

C’è una ragione per cui all’età di quarantaquattro anni mi sono deciso a riprendere in mano Lettera al padre di Kafka, uno dei testi capitali della letteratura di tutti i tempi, la testimonianza più limpida dell’immenso potere che esercita la figura paterna nelle nostre esistenze. La ragione è legata a un recente fatto privato che ha segnato per me l’inizio di una nuova vita, o se vogliamo che ha ricollegato due pezzi distanti della mia vita… like a bridge over troubled water. Nello scorso dicembre, dopo trentasette anni, ho rivisto mio padre; lo stesso uomo con cui, dal tempo in cui i miei genitori si separarono, avevo chiuso ogni rapporto. E da allora non faccio altro che cercare di riposizionare frammenti, con l’abilità, la pazienza e la pinza del mosaicista, e con l’aiuto di tutto ciò che mi viene incontro dall’arte e dalla letteratura.

Immagine da Wikimedia.

 

 


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