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La riforma della scuola in Spagna

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Olga Sanmartín su El Mundo critica la riforma della scuola aprovata dal governo Sánchez.

Essa prevede tra le altre cose:  l’allentamento dei requisiti per ottenere la promozione nelle scuole superiori; l’abolizione dell’obbligo dello studio della filosofia e un approccio molto diverso da quello corrente nello studio della storia. La riforma raccoglie dubbi anche dal corpo docente:

Gli insegnanti si sono anche lamentati che dei «contenuti di base» stiano scomparendo dal nuovo curriculum. Soprattutto in matematica (i logaritmi o il trattamento delle espressioni radicali, per esempio), lingua e letteratura spagnola (una buona parte della storia letteraria) o economia (inflazione, deficit o piani pensionistici).

Secondo Sanmartín la scelta del governo di divdere le conoscenze in «di base» (necessarie) per e «desiderabili» (a discrezione del docente) produrrà un ulteriore livellamento verso il basso.

Ana Torres Menárguezb e Elisa Silió fanno il punto su El País sui risultati PISA della scuola spagnola. I test standardizzati dell OSCE rivelano un quadro simile a quello italiano:

Gli studenti spagnoli stanno andando male in scienze. I risultati di PISA 2018 (il test dell’OCSE che misura le competenze degli studenti quindicenni in scienze, matematica e comprensione della lettura) mostrano i peggiori risultati in scienze dall’inizio del test nel 2000, con una media di 483 punti (13 punti in meno rispetto al 2013). In matematica, i risultati sono stagnanti; la media è stata di 481 punti, cinque punti in meno rispetto all’ultima edizione del 2015, quando è stato raggiunto il miglior risultato della serie storica. In entrambe le materie, gli spagnoli sono sotto la media OCSE di 489 punti. Lungi da una lettura disfattista, i responsabili di PISA considerano che la Spagna è tra i 13 paesi su 79 che non hanno sperimentato cambiamenti rilevanti. “Nessun miglioramento o declino significativo ha potuto essere stabilito in nessuno dei soggetti”, sottolineano.

Questo si aggiunge (articolo di Gaia Cellante su EUnews) ad alti tassi di abbandono scolastico.


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