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Nomadi digitali: un beneficio o un onere per le comunità locali?

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Un articolo di The Conversation affronta il tema dei nomadi digitali, e di cosa fare perché la loro presenza sia utile per le comunità in cui si vanno a stabilire.

Già in passato avevamo parlato su hookii dei cosiddetti “nomadi digitali”, i professionisti che, potendo lavorare da remoto, decidono di trasferirsi all’estero. Spesso i governi locali incentivano il loro arrivo, ma si tratta di un approccio che comporta alcuni rischi, dato che queste persone, tendenzialmente benestanti, possono gentrificare le aree dove si stabiliscono e creare disagi ai residenti. L’articolo suggerisce di fare attenzione a che la semplificazione burocratica, necessaria per favorire l’arrivo di questi di questi immigrati, non vada a scapito del fisco locale: è essenziale che la comunità guadagni dalla loro presenza. Altrettanta attenzione va posta al mercato immobiliare. L’arrivo dei nomadi digitali offre comunque dei vantaggi ai paesi che lo sappiano gestire: garantiscono una presenza più continuativa dei turisti, e possono portare nuove competenze sul mercato del lavoro locale, favorendo l’innovazione e l’imprenditoria. Le norme sul tema devono adattarsi alle peculiarità del paese e al tipo di professionisti che si vogliono richiamare, in modo da massimizzare i vantaggi e minimizzare i problemi.

There is no single, perfect formula for a digital nomad visa. Each country’s programme should be dictated by what it stands to gain, and what it can offer in exchange.

Attractive tourist destinations are already well placed to provide perfect conditions for short-term visitors seeking sun and adventure. Aspiring tech hubs, on the other hand, can draw in remote IT talent and digital entrepreneurs to soak in the local innovation ecosystem, and countries with high quality of life and affordable housing are a natural option for permanent relocation. Digital nomad visas can and should capitalise on these pre-existing strengths.

We all should keep in mind that the end goal is not pleasing the digital nomad, or entrenching inequality. When planned and executed well, digital nomad visas can leverage the normalisation of remote work for the benefit of local communities.


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