Su suggerimento e a cura di @cocomeraio

Per la prima volta dallo scoppio delle ostilità tra separatisti russofoni ed esercito ucraino, una tregua sembra dare i suoi frutti, con i ribelli che annunciano il ritiro dell’artiglieria dal fronte; intanto si scopre che il conflitto, oltre alla retorica della guerra di popolo evocata da entrambe le parti, è stata una palestra per i mercenari.  Se nel Donbass la situazione dal punto di vista umanitario è terribile, con esecuzioni sommarie, torture, mancanza di accesso a cure sanitarie ed acqua potabile, non è che nel resto dell’Ucraina tutto funzioni; il Consiglio d’Europa ha ritenuto insufficienti e non indipendenti  le indagini sulla Strage di Odessa.
Intanto, alle elezioni amministrative i partiti di governo hanno subito un arretramento di cui hanno beneficiato Svoboda (di estrema destra), gli oligarchi e gli ex rappresentanti del Partito delle Regioni. A pagare sarà probabilmente l’impopolare primo ministro Yatseniuk, il cui partito non è neppure riuscito a presentarsi alle elezioni: la sua sostituta dovrebbe essere l’attuale ministro delle finanze Natalie Jaresko, cittadina statunitense, nata e Cresciuta a Chicago, già collaboratrice del Dipartimento di Stato americano.

 

Immagine di Ivan Bandura via Flickr, CC BY 2.0