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Scoperta la cura per il cancro (ma anche no) [EN]

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Su segnalazione di @StuartTheMinion, a cura di @Elena.

 

Da anni ormai, periodicamente troviamo un articolo di giornale che se ne esce con: “Scienziati trovano la cura per il cancro”. Beh, scordatevela.

Innanzitutto, perché di cancro non ce n’è solo uno: di modi per impazzire ve ne sono moltissimi, e state pur certi che per ognuno di essi c’è un sottotipo di cancro ben specifico, che ha bisogno della sua specifica cura.

Agli inizi della lotta contro i cancri, le “armi” utilizzate erano (e spesso sono tuttora) “armi di distruzione di massa“, che si focalizzavano sulla caratteristica che la maggior parte delle cellule cancerose ha in comune: riprodursi all’inverosimile. Col tempo, poi, si è cominciato ad affinare le armi, andando ad agire su bersagli specifici per i diversi sottotipi di tumore, man mano che si cominciava a distinguerli, riconoscerli, e a capire come colpirli in maniera specifica. Un esempio è l’Imatinib, una molecola in grado di inibire una specifica proteina, Bcr-Abl, che è stata scoperta essere la responsabile della Leucemia Mieloide Cronica. Ovviamente, per ogni arma che si trova il tumore ha una contromossa. La cosiddetta “targeted therapy” ha aperto un mondo di possibilità, così come l’immunoterapia.

Il vero “sogno” di molti ricercatori, però, è di riuscire a riconvertire le cellule malate in cellule sane, possibilmente all’inizio della malattia. Per questo servono tool diagnostici avanzatissimi, che possano riconoscere singole cellule tumorali alla loro comparsa (per ora, presenti solo nelle fantasie dei ricercatori) e il modo per riconvertire queste cellule.

Secondo il Telegraph, alcuni scienziati sembrano aver trovato un modo per riuscire a convertire cellule cancerose di mammella, polmone e vescica in cellule normali ristabilendo i “freni” che normalmente impediscono ad una cellula di proliferare oltre il dovuto. Questi “freni” sono dati dalla presenza di molecole di adesione che “comprendono” l’ambiente che circonda la cellula e stabiliscono quando non vi è più bisogno di riempire spazi vuoti. Quando queste molecole non sono presenti, o funzionano male, la cellula perde ogni inibizione, e comincia a riprodursi follemente. Gli scienziati hanno scoperto come andare a riattivare questi freni, almeno in vitro. Tutto questo é molto interessante e stimolante ma… é vero?

In realtà, gli scienziati hanno scoperto che la presenza di complessi proteici contenenti la proteina PLEKHA7 sulla superficie delle cellule epiteliali permette una regolazione “normale” della divisione cellulare, mentre la mancanza di questa proteina si associa ad un fenotipo piú aggressivo. Hanno anche scoperto che questa proteina non é espressa normalmente nelle cellule cancerose di rene e mammella, e che l’effetto della mancanza di questa proteina sull’aggressività delle cellule é dovuto al fatto che essa é in grado di regolare alcuni micro RNA (soprattutto miR30b), che a loro volta sono dei regolatori di alcune proteine chiave nella crescita tumorale.
Nell’articolo su NCB citato dal Telegraph non é scritto da nessuna parte che questo possa essere utilizzato come una cura, sebbene si possa ipotizzare che restaurare questi miRNA nella cellula tumorale potrebbe farla tornare normale. Ed ecco il secondo motivo per cui non é sempre vero che gli “Scienziati hanno trovato la cura per il cancro”: spesso non l’hanno neppure ipotizzato nella discussione del paper.

 

Immagine da Wikimedia Commons

 


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