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50 anni di Odissea nello spazio

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Su suggerimento di @NedCuttle21(Ulm).

Del mezzo secolo compiuto dal celebre film di Stanley Kubrick, uscito nelle sale il 6 aprile 1968, ha dato conto la scorsa settimana Il Post, con questo articolo; in un altro articolo pubblicato su Il Tascabile, le riflessioni dell’astrofisico Amedeo Balbi sull’irresistibile fascino esercitato sull’uomo dall’esplorazione spaziale e dalla possibilità di vita extraterrestre, alla cui base ci sarebbero profonde motivazioni di carattere filosofico-esistenziale.

Il mio primo contatto con quello che sarebbe diventato il mio film preferito, 2001: Odissea nello spazio, avvenne il 13 gennaio del 1979. Sono stato in grado di ricostruire con esattezza la data per via di una serie di coincidenze con altri accadimenti, il cui racconto annoierebbe il lettore. Il film era uscito il 6 aprile del 1968 negli Stati Uniti, ma io lo vidi oltre dieci anni più tardi in un cinema secondario di Roma che lo riproponeva per non so quale ragione. A ogni modo, non esagero se dico che la visione di quel film, quando avevo poco meno di otto anni, è stato uno degli eventi memorabili della mia esistenza. Avevo convinto mio padre a portarmi al cinema dopo aver visto dei manifesti promozionali che mostravano astronauti, navi spaziali e scimmioni preistorici – ovvero tre dei miei principali interessi a quell’età. Ciò a cui assistetti quella sera, però, era qualcosa a cui ero totalmente impreparato.

Immagine da Wikimedia Commons.


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