Su suggerimento di @Devis Pantano
Su Le Scienze un articolo di John Horgan mette in guardia sulle teorie della singolarità.
Alcuni esperti di intelligenza artificiale profetizzano che il futuro dell’umanità sarà la Singolarità, cioè l’integrazione della psiche umana nei computer. Ma i neuroscienziati sottolineano tutte le lacune di questa previsione, dato che nessuno sa bene in che modo la mente possa scaturire dal cervello: il codice neurale, grazie a cui gli impulsi nervosi vengono interpretati come percezioni, ricordi, significati e intenzioni, sfugge a qualsiasi tentativo di comprensione.
L’articolo si collega al recente clamore generato dalla notizia che il programma AlphaGo è riuscito a battere il campione mondiale nel gioco del Go. In seguito a questi risultati molti dei protagonisti della rivoluzione che sta avvenendo grazie al deep learning si sono affrettati a smorzare gli entusiasmi e a dichiarare che siamo ancora lontani decenni dal realizzare un’intelligenza artificiale comparabile con quella umana. Geoffrey Hinton, uno dei padri del deep learning, in una recente intervista alla domanda specifica su quanto mancasse perché l’intelligenza artificiale raggiunga i livelli di quella umana ha risposto “più di cinque anni. Mi rifiuto di fare previsioni oltre, perché penso che non possiamo prevedere granché oltre i cinque anni”.
Immagine da Pixabay
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