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Ri-parlateci di Bibbiano

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Dopo aver usato Bibbiano come una clava, chiunque ne chiedesse conto ha smesso anche di interessarsene. “Parlateci di Bibbiano”, urlavano tutti in quei giorni terribili. E ora invece nessuno ne parla più.

E’ il tema di un articolo uscito su Il Dubbio. L’articolo “Angeli e Demoni: storia del processo mediatico perfetto” di Simona Musco racconta infatti di questa vicenda, avvenuta nella Val d’Enza.  Nel 2019, Bibbiano è finito al centro di uno scandalo sugli affidamenti illeciti di bambini, noto come “Angeli e Demoni”. Secondo le accuse, alcuni bambini sarebbero stati sottratti alle famiglie sulla base di dichiarazioni e relazioni manipolate, per poi essere affidati ad amici e conoscenti dei soggetti coinvolti.

È il 27 giugno del 2019. La Val d’Enza finisce al centro di un incubo, in una storia così brutta che non sembra vera. Non può essere vera. Perché dentro ci sono tutti gli ingredienti giusti per dar vita ad un film horror: disegni di bambini falsificati, padri e madri amorevoli dipinti come mostri, scene di violenza simulata con travestimenti, regali e lettere d’affetto tenuti nascosti. Una vera e propria manipolazione su bambini dai 6 agli 11 anni, con un unico tremendo obiettivo: togliere decine di ragazzi ai propri genitori per passarli come pacchi a famiglie affidatarie, possibilmente omosessuali, per guadagnare soldi in cure private a pagamento e corsi di formazione.

Una vicenda dai contorni inquietanti che la politica non si è lasciata sfuggire:

La politica, intanto, ha già fiutato l’affare: il coinvolgimento di un sindaco dem, il primo cittadino di Bibbiano Andrea Carletti, fornisce alla destra e al M5S la scusa per etichettare il Pd come il partito di Bibbiano, il partito dei ladri di bambini e dell’elettroshock.

Il processo intanto va avanti:

Il processo in corso a Reggio Emilia è in corso da oltre due anni e davanti ai giudici sfilano ancora i testi dell’accusa. E ogni udienza ridimensiona il quadro accusatorio: sono già nove i testi ritenuti indagabili, mentre l’ipotesi di abuso d’ufficio si sgretola sotto i colpi delle testimonianze.

Il processo è ancora lungo e molto probabilmente perderà per strada l’abuso d’ufficio, reato in corso di abrogazione. Ma quel che è certo, al momento, è che dopo aver usato Bibbiano come una clava, chiunque ne chiedesse conto ha smesso di interessarsene. Parlateci di Bibbiano, urlavano tutti in quei giorni terribili. E tutti lo facevano senza sapere di cosa parlavano, aiutati da centinaia di account falsi, sull’onda di un hashtag che ha inondato la rete di immondizia, che è rimasta a galleggiare, nonostante tutto. Di Bibbiano, però, ad un certo punto, hanno smesso di parlare tutti. Eppure il processo a Reggio Emilia – dove sono imputate 17 persone – continua, riservando sorprese e colpi di scena. Mettendo in evidenza ciò che chiunque conosca il diritto sa da sempre: le ordinanze di custodia cautelare non sono una Bibbia. È il processo a comandare. Basterebbe seguirlo. Solo così si può parlare di Bibbiano.


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