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Economia, Europa e Covid

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L’impatto economico dell’epidemia, visto dall’Europa, sembra passare per le proposte di Coronabond e le frizioni tra sud-ovest e nord-est.

Un po’ di contesto:

La prime manovre: Von der Leyen, Bce, mobilitazioni, riposizionamenti

di @
El Pais ricostruisce da testimonianze dirette il lungo incontro virtuale tra i capi di governo europei, che ha visto un duro scontro fra Italia e Spagna contro Olanda e Germania.

Un riassunto delle vicende degli ultimi giorni ai vertici dell’Europa.

Le posizioni e le proposte all’interno dell’UE

Qui Politico riassume le crepe dentro la coalizione di governo olandese e le critiche dell’opposizione, rispetto al posizionamento aggressivo del Primo Ministro e del Ministro delle Finanze.

Qui c’è un riassunto sulle principali opzioni in discussione per combattere la recessione che porterà il coronavirus.

Qui un riassunto più tecnico delle proposte sul tavolo dell’Eurogruppo e del Consiglio.

Codogno e Galli ricordano che l’eurogruppo del 23 marzo ha aperto ad un uso delle linee di credito precauzionali del MES con una condizionalità limitata ad un controllo dell’efficienza della spesa. L’accesso ad una linea di credito precauzionale del MES aprirebbe la porta all’intervento della BCE con le OMT, interventi sui mercati dei titoli di stato in maniera differenziata. Il negoziato si è bloccato. Il governo italiano non vuole il MES perché teme i sovranisti anti-europei, così come i governi dei paesi nordici aborrono gli Eurobonds perché temono i loro sovranisti e non sanno come spiegare ai loro elettori-contribuenti che devono dare un aiuto alle “cicale” del Sud.”

Qui il riassunto di Fabio Colasanti del PD Bruxelles. Spiega le radici della contrapposizione in seno all’Eurogruppo sulla proposta dei Coronabond.

L’intervista a Gentiloni, che riflette sulla fattibilita’ delle varie opzioni.

La proposta di eurobond perpetui di Giavazzi e Tabellini.

La proposta di una linea di credito agevolata, di vari economisti.

La proposta di una autorita’ sanitaria europea.

Cari amici tedeschi

di @

Per ultimo, un gruppo di politici e amministratori italiani, capeggiati da Carlo Calenda, ha inviato una lettera aperta al popolo tedesco, pubblicata sul Frankfurter Allgemeine Zeitung.

La lettera contiene un duro attacco ai Paesi Bassi (chiamati “Olanda” nell’appello) e invita a riflettere il popolo tedesco; non manca un riferimento ai “debiti di guerra” dell’allora Repubblica Federale Tedesca, abbuonati per metà nel 1953.

Altri firmatari della lettera sono: Giuseppe Sala, Giorgio Gori, Stefano Bonacini, Giovanni Toti.

La lettera ha suscitato alcune perplessità; così Marco Cantamessa, professore al Politecnico di Torino:

Mi sembrate impazziti Il parallelo con precedenti storici così diversi Il dividere il mondo in buoni (noi), cattivi (gli olandesi) e redimibili (i tedeschi) Il raccogliere firme solo italiane per ciò che dovrebbe essere un progetto europeo.
Mirate a ottenere il risultato opposto?


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