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Il capitalismo accademico contagia anche le università scandinave [EN]

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A cura di @Dr. Terrible

Nell’ultimo editoriale della rivista Nature vengono rimproverati gli scienziati del nord Europa che preferiscono rinunciare alla libertà di ricerca in nome del capitalismo accademico, un fenomeno che trasforma le università in “businesses” e che da una decina di anni a questa parte si sta insinuando ad una velocità allarmante fra i più prestigiosi istituti accademici.

Nature spiega che man mano che il capitalismo accademico si diffonde, le università tendono ad abbandonare i tradizionali metodi di gestione basati sulla meritocrazia per focalizzarsi esclusivamente sull’inseguimento di prestigio, fama, e denaro. Complice il populismo dilagante ed una deregolamentazione senza freni dei sistemi universitari, i principi fondamentali di quest’ultimi vengono progressivamente sostituiti da pratiche manageriali provenienti dal mondo delle grandi aziende. Il risultato di questa sostituzione è che gli studenti ed i ricercatori si vedono privati della possibilità di decidere liberamente su cosa fare ricerca — libertà che sta alla base del progresso e dell’innovazione scientifica.

Nature fornisce due esempi molto eloquenti di come il capitalismo accademico riesca a danneggiare l’interesse pubblico di tutta l’Europa. Si racconta del licenziamento dall’università di Copenhagen del sismologo di fama mondiale Hans Thybo per frivoli motivi. Una tale decisione mina la futura credibilità del mondo accademico danese, già oberato da pesanti tagli alla ricerca ed al personale. Di seguito si racconta dello scandalo che vede coinvolto il prestigioso Karolinska Institute di Stoccolma, dove il medico ricercatore Paolo Macchiarini è riuscito a compiere una delle più assurde frodi scientifiche degli ultimi 20 anni grazie alla complicità di manager e burocrati dell’istituto stesso disposti a fare carte false pur di ottenere lauti ricavi dalle ricerche sulla medicina rigenerativa del chirurgo italiano; innocenti pazienti sono stati privati della loro dignità, nonché della vita.

L’editoriale conclude sostenendo che il capitalismo accademico è un concreta minaccia per i valori fondamentali della scienza, e che perciò non dovrebbe avere spazio nelle università, in quanto incentiva e valorizza unicamente la mercificazione delle proprietà intellettuali. Il timore è che il giudizio dei leader accademici venga offuscato a vantaggio di frodi e ricerche di dubbia etica.

 

Immagine tratta da Wikipedia


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