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Reddito di cittadinanza, traversata nel deserto italiano dei miraggi

Reddito di cittadinanza, traversata nel deserto italiano dei miraggi

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A cura di @Lowresolution.

In uno dei suoi soliti graffianti post, Mario Seminero alias Phastidio, critica ferocemente quello che chiama l’ultimo miraggio della politica italiana: il reddito di cittadinanza.

Prendendo lo spunto da un post del blog di Alessandro Giglioli, che si interroga cosa davvero succede quando non hai più bisogno di lavorare (anche se il reddito di cittadinanza sarà poco più di un ammortizzatore sociale, non certo lo stipendio di un dirigente pubblico), e dalla recente apertura di Berlusconi, Seminerio inzia ricordandoci lo stato comatoso del sistema economico e delle finanza pubbliche nazionali in un paese che fatica a crescere e in piena “crisi fiscale”:

Una crisi fiscale nata e sviluppatasi dopo decenni di promesse ed omissioni sull’analisi costi-benefici. Che tradotto significa soldi pubblici buttati voluttuosamente nel cesso, che hanno prodotto deficit da colmare con aumento di pressione fiscale, in una rincorsa che ha portato il paese allo stop, dietro il facile alibi dell’euro come killer del felice e virtuoso modello italiano di sviluppo. Che mai è esistito, negli ultimi 40 e rotti anni, ma sono dettagli.

Com’è possibile fare la rivoluzione del reddito di cittadinanza in Italia senza profondi cambiamenti nel sistema del welfare e fiscale? La posizione di Seminerio è netta:

Per offrire un reddito minimo universale di base, di cittadinanza o come lo vogliamo chiamare, serve una profonda riorganizzazione del welfare. Ed ogni riorganizzazione di questo tipo produce vincitori e vinti perché deve avvenire togliendo fatalmente a qualcuno per dare ad altri, compiendo quindi un’inevitabile redistribuzione. Troverete mai un politico o un imbonitore fallito da social network che vi propone la terra promessa dicendovi che, nella traversata nel deserto necessaria a raggiungerla, in molti finiranno a soccombere? No. Troverete mai qualcuno che vi dirà che, per avere reddito universale di base, servirà spazzare via ogni altro istituto di welfare di cui disponiamo, e comunque a fatica si raggiungeranno importi accettabili? No, meglio dire che uscendo dall’euro arriveremo a farcela, oppure tacere di questi “dettagli”. Meglio ancora dire che “l’Italia è l’unico paese europeo a non avere un reddito del genere”. Tacendo del fatto che l’Italia è spesso l’unico paese europeo dove mance con soldi pubblici sono state gabellate per “pensioni” da inesistente contribuzione (coltivatori) o da inesistenti “invalidità”. Ogni paese ha gli ammortizzatori sociali che il suo livello di civiltà gli consente di darsi, alla fine.

 

 


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