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The age of average

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Alex Murrel sul suo blog esamina come l’architettura, l’arte, i luoghi pubblici si somiglino sempre di più, in ogni angolo del mondo. Dal cinema alla moda, dall’architettura alla pubblicità, i campi creativi sono dominati e definiti da convenzioni e cliché. 

Gli interni, l’architettura, le auto, la gente, i media, i marchi sembrano tutti uguali.

Gli interni delle nostre case, caffetterie e ristoranti sembrano tutti uguali. Gli edifici in cui viviamo e lavoriamo sono tutti uguali. Le auto che guidiamo, i loro colori e i loro loghi sembrano tutti uguali. Il modo in cui guardiamo e il modo in cui ci vestiamo sembrano tutti uguali. I nostri film, libri e videogiochi sembrano tutti uguali. E i marchi che acquistiamo, le loro pubblicità, identità e slogan sembrano tutti uguali. Ma non finisce qui. Nell’era della media, l’omogeneità può essere trovata in un numero quasi indefinito di domini. Le immagini di Instagram che pubblichiamo, i tweet che leggiamo, la TV che guardiamo, le icone delle app su cui clicchiamo, gli skyline che vediamo, i siti Web che visitiamo e le illustrazioni che li adornano sembrano tutti uguali. L’elenco potrebbe continuare, e ancora, e ancora.

Murrel riesce a individuare qualche ragione per questa uniformità:

Ci sono molte ragioni per cui questo potrebbe essere accaduto. Forse quando i tempi sono turbolenti, le persone cercano la sicurezza del familiare. Forse è la nostra ossessione per la quantificazione e l’ottimizzazione. O forse è l’inevitabile risultato della globalizzazione dell’ispirazione.

Ma Murrel ritiene anche che in questa situazione si nasconda una grande opportunità:

Quando ogni corsia del supermercato sembra un mare di uguaglianza, quando ogni categoria rispetta le stesse convenzioni, quando ogni settore converge sul proprio stile, marchi audaci e aziende coraggiose hanno la possibilità di tracciare un percorso diverso. Essere diversi, distintivi e dirompenti. Quindi, questa è la vostra chiamata alle armi. Che tu sia nel cinema o nella moda, nei media o nel marketing, nell’architettura, nell’automotive o nella pubblicità, non importa. La nostra cultura visiva è piatta e l’unica cura è la creatività. È tempo di mettere da parte il conformismo. È tempo di esorcizzare l’atteso. È tempo di declinare l’indistinguibile. Da anni il mondo si muove nella stessa direzione stilistica. Ed è ora di reintrodurre un po’ di originalità.


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