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Perché ci vuole tanto a disegnare un fumetto

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Un lungo articolo di Fumettologica analizza le ragioni per cui il disegno di fumetti è un processo che richiede tempo e dà voce ai disegnatori che condividono le loro esperienze e le sfide che affrontano nel creare queste opere.

Todd McFarlane affermava che non ci sono disegnatori lenti, ma piuttosto quelli che non stanno al tavolo da disegno.

«Non esistono disegnatori lenti, o sei al tavolo da disegno o non ci sei.» Todd McFarlane apostrofava così i colleghi reputati poco produttivi. Il creatore di Spawn e co-fondatore di Image Comics, che dopo la nascita della casa editrice è diventato un uomo d’affari e al tavolo di disegno non c’è più stato granché, si riferiva allo stigma che ha colpito la figura del disegnatore nell’industria del fumetto statunitense.

Nell’industria del fumetto americano invece il ruolo del disegnatore è stato ridimensionato e i team creativi sono stati sciolti, mentre i disegnatori vengono spesso etichettati come lenti e non in grado di mantenere il passo con le pubblicazioni, con il risultato di assistere a frequenti sostituzioni.

Il ruolo è stato depotenziato per tutta una serie di motivi che ha portato il piatto della bilancia a pendere dalla parte dello sceneggiatore. I team creativi – in cui le idee crescevano rimbalzando tra scrittore e matitista – si sono disciolti, e il disegnatore di fumetti supereroistici è ormai un esecutore che ha sempre meno voce in capitolo (tranne rari casi) ed è rimpiazzabile con maggior facilità.

Lentezza nella consegna delle sceneggiature e problemi logistici sono spesso la causa di ritardi nella produzione e diversi disegnatori, tra cui Phil Jimenez e Marco Checchetto, hanno sperimentato l’ansia da consegna e la pressione delle scadenze, che hanno influenzato la loro efficienza e la qualità del lavoro. L’introduzione del digitale ha velocizzato certe procedure, ma ha anche portato a un surplus di dettagli superflui.

Insomma, le scadenze saranno sempre lì ad attendere il disegnatore e forse la differenza con il passato è che se ne parlava meno, o non se ne parlava affatto. Farel Dalrymple (Omega lo sconosciutoThe Wrenchies) ha un ultimo consiglio che può tornare utile: «Non conosco trucchi per risparmiare tempo, ma ho imparato un sacco di tecniche di respirazione profonda per affrontare l’ansia di una scadenza bucata».


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