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Ricordando John Tate (1925-2019)

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MaddMaths! ripropone un’intervista del 2010 al matematico statunitense John Tate, morto il 16 ottobre scorso all’età di 94 anni. L’intervista fu realizzata dalla matematica Maria Gualdani in occasione dell’assegnazione del premio Abel, il prestigioso riconoscimento che ogni anno il re di Norvegia assegna a un autorevole matematico straniero. Nel 2010 fu proprio Tate il vincitore dell’Abel, per i suoi contributi nel campo della teoria dei numeri. Tate era del parere che un giovane che aspirasse a diventare un bravo matematico non avrebbe mai dovuto lavorare sulla congettura di Riemann, in quanto persuaso dall’idea – dovuta soprattutto agli sforzi vani compiuti in quell’ambito di ricerca dai più grandi matematici degli ultimi 150 anni – che non avrebbe, quasi certamente, ottenuto alcun successo. Nonostante ciò, continuava a considerare l’ipotesi di Riemann il più importante problema aperto.

J.T.: E poi mi ricordo che capitai su questo libro quando ero un adolescente, “Gli uomini della matematica” di E.T. Bell, non proprio un titolo politicamente corretto, gli uomini della matematica…

M.G.: sì, ma a quel tempo…

J.T.: e mi piacque molto, era sui grandi della storia, ogni capitolo conteneva la vita di uno dei più grandi matematici della storia: Archimede, Gauss, Newton. Lessi questo libro e fui affascinato, ma decisi che io non ero come queste persone, in nessun modo avrei fatto matematica. Ma anche, è perché io … Penso che lei abbia una domanda su cosa mi abbia affascinato di più quando ero giovane: fu una cosa che imparai in quel libro, nel capitolo su Gauss, ed era la reciprocità quadratica, e ne fui molto impressionato. Provai a dimostrarla, un enunciato così semplice. Certo, a Gauss erano stati necessari uno o due anni per dimostrarla. E io pensai che non sarei mai stato capace di farlo. Ma il miracolo fu che, quando finii il college, decisi che avrei fatto un dottorato in Fisica. Potevo essere un fisico e mi piaceva la fisica. Mio padre o chiunque altro poteva essere un fisico. Pensavo che nessuno potesse essere un matematico. Abbastanza stupido, non so dove avessi preso questa idea…

Immagine da Wikimedia.

 


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