In un articolo pubblicato su Il Tascabile, la naturalista Francesca Buoninconti ripercorre una delle avventure scientifiche più affascinanti del secolo scorso, quella dell’ingegnere svizzero Jacques Piccard e dell’oceanografo statunitense Don Walsh, che esplorarono per la prima volta gli abissi della fossa delle Marianne a bordo del Trieste – un batiscafo costruito in Italia presso lo stabilimento San Marco dei Cantieri Riuniti dell’Adriatico e assemblato a Castellammare di Stabia.
Gli abissi più profondi della Terra non sono mai stati così vicini. Negli ultimi 70 anni siamo riusciti a calcolare la massima profondità della fossa delle Marianne, stimata in 10.994 metri (con un margine di errore di 40 metri) e oggi sappiamo che questi abissi sono abitati: in particolare le spedizioni statunitensi del ROV Deep Discover della NOAA hanno individuato e filmato specie nuove e bizzarre: il cosiddetto “pesce fantasma”, un liparide più simile a un’anguilla dal corpo affusolato e con pinne morbide ricoperte di sensori gustativi […] meduse fosforescenti come la “medusa aliena” del genere Crossota […] la fossa delle Marianne è stata a lungo simbolo stesso dell’irraggiungibile, avamposto sconosciuto e inesplorabile, un luogo misterioso e avvolto nel mito. Almeno fino al 23 gennaio 1960…
— Immagine: US Navy
Commenta qui sotto e segui le linee guida del sito.