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Il caso della “veggente” di Trevignano

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Barbara Bizzarri su Italia informa parla del caso di Gisella Cardia, la veggente di Trevignano Romano, tra madonnine che piangono sangue, la moltiplicazione della pizza, i legami con i no-vax e le presunte stimmate.

“Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi?” (Matteo 7, 15-20). Le straordinarie parole del Vangelo sono più che mai attuali, in questa epoca funestata dall’incertezza, in cui, piegati e senza alcun riferimento, ci si aggrappa a qualsiasi cosa per non andare alla deriva, per continuare a sperare. Di questo vuoto che si è creato all’interno della società e che nulla può colmare, tantomeno la fuffa propinata a velocità supersonica per rimbambire le genti, c’è chi approfitta della disperazione altrui per mettere a posto, con un tocco di escatologia, gli affari propri: la lista di santoni, guru e veggenti è inesauribile, ma l’ultima a essere finita nel mirino delle cronache è una 53enne siciliana, Gisella Cardia (al secolo Maria Giuseppa Scarpulla), condannata per bancarotta fraudolenta, cui è apparsa in quel di Trevignano, non si sa quanto per misticismo e quanto per necessità, addirittura la Vergine Maria e che, quando si ritira nelle proprie stanze, le scrive sul braccio, rigorosamente sinistro, parole come ‘Fidati’ (forse qualcuno è stato ispirato dalla storia di Natuzza Evolo, che però non aveva bisogno di rifugiarsi altrove per ricevere certe manifestazioni).


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