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L’eredità di Marielle Franco

L’eredità di Marielle Franco

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In un articolo pubblicato su Jacobin Italia, Dea Merlini riflette sulla figura di Marielle Franco, l’attivista e consigliera comunale brasiliana del Psol (Partito Socialismo e Libertà) assassinata assieme al suo autista in una zona centrale di Rio de Janeiro il 14 marzo del 2018.

Donna nera, latinoamericana, bisessuale e originaria della favela della Maré, Marielle Franco si trovava al centro delle contraddizioni del capitalismo contemporaneo. Rappresentava un Brasile che da secoli è vittima di una politica di Stato erede diretta del colonialismo, col suo progetto di segregazione e sterminio delle popolazioni afrodiscendenti e indigene. Quel Brasile che si racconta come una «democrazia razziale», ovvero come un paese privo di razzismo è in realtà segnato da disuguaglianze profonde, che seguono in molti casi la linea del colore. Ciò è evidente nell’organizzazione del tessuto urbano, caratterizzato da quartieri ricchi tendenzialmente bianchi e periferie e favelas prevalentemente nere.


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