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Non Due Stati, Non Uno Stato: Una Nuova Via d’Uscita dalla Catastrofe per Israeliani e Palestinesi

Non Due Stati, Non Uno Stato: Una Nuova Via d’Uscita dalla Catastrofe per Israeliani e Palestinesi

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In un articolo publicato su Haaretz, Dahlia Scheindlin propone un cambiamento di prospettiva riguardo al conflitto israelo-palestinese (€ — alt). Per un decennio, Dahlia Scheindlin ha sostenuto un’associazione confederata di due stati come via d’uscita al conflitto, che differisce dalla tradizionale soluzione a due stati per il rifiuto della completa separazione come base per la pace. Invece, questo approccio enfatizza istituzioni condivise limitate, confini aperti con considerazioni di sicurezza, diritti di residenza attraverso i confini e politiche economiche e di sicurezza coordinate.

L’autrice,  sostiene che i tentativi di pace basati sulla separazione siano falliti a causa dei profondi legami storici, religiosi e culturali che sia israeliani che palestinesi hanno con l’intera terra. Il suo articolo propone un modello in cui entrambe le parti mantengono un legame con la terra ma accettano un compromesso, consentendo la libertà di movimento e di residenza su una base paritaria. Dahlia Scheindlin suggerisce che la cooperazione, l’accesso aperto e la condivisione delle risorse siano essenziali per una pace duratura, anziché cercare la separazione etno-nazionale.

Nell’articolo, Dahlia Scheindlin evidenzia anche le conseguenze negative degli sforzi passati di separazione, in particolare nel caso di Gaza, e propone un futuro in cui israeliani e palestinesi condividano risorse e responsabilità attraverso agenzie congiunte come pari, puntando infine a una convivenza pacifica.

(L)a sicurezza deve essere vista come un’esigenza reciproca e paritaria. I cittadini di ciascuno Stato avrebbero il diritto di visitare, viaggiare, studiare e lavorare nell’altro Stato, persino di viverci se sono residenti rispettosi della legge e accettano la sovranità dell’altra parte. La libertà di residenza accetta che ci siano persone di una nazione che vivono nell’altro Stato. Ma ogni parte vota solo nello Stato di cui ha la cittadinanza per le elezioni nazionali, quindi i residenti dell'”altra” parte non influenzerebbero in modo significativo l’elettorato o il governo.


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