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Scienziati che falsificano i dati

98 commenti

Su suggerimento di @ebenezer.

Su The Guardian il racconto di uno dei più grossi scandali del mondo scientifico dello scorso anno, che coinvolge importanti istituzioni, riviste di alto profilo e ha ancora importanti ripercussioni, sebbene la storia sia “chiusa”. Haruko Obokata è una giovane biologa e ha pubblicato nel 2014 su Nature due articoli all’apparenza rivoluzionari: la giapponese affermava di aver trovato una tecnica molto semplice e rapida per ottenere cellule staminali pluripotenti da normali cellule ematiche mature.
Il giornale inglese, riportando altri esempi di truffe scientifiche, si chiede cosa spinga professionisti a volte stimatissimi a falsificare i dati.

Immagine da Wikipedia.


Dai commenti

@Space Tractor riporta un esempio famoso di un caso simile nel campo della chimica strutturale: quello di H. M. Krishna Murti, e @Little fury things la storia di Jan Hendrik Schön, “che in circa 3 anni pubblico’ 8 science, 7 nature, 6 PRL”.
@Giuseppe Lagrangia (ossequi), invece, si e ci chiede se esistano alternative valide alla peer review, e @ebenezer risponde con una serie di spunti: primo lo “smantellamento delle riviste multidisciplinari”; le pubblicazioni dovrebbero essere a cura delle istituzioni e delle università.


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