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Sicurezza innanzitutto? [EN]

7 commenti

Su suggerimento di @Ergosfera e @werner58,

Le conseguenze di prendere alla leggera i rischi di un attacco informatico possono essere enormi. Perciò la paura di subirne uno ci sta facendo spendere molto denaro: entro il 2020 il valore del mercato della cybersecurity sarà di 170 miliardi di dollari. Il tipo di prodotto offerto e la qualità varia moltissimo, anche per la scarsa informazione che gli utenti finali hanno su quello che stanno comprando, e non basta una buona tecnologia ad assicurare il risultato.

Sempre in tema sicurezza, ultimamente molti hanno puntato il dito contro Linux, ma il suo creatore, Linus Torvalds in persona, non sembra molto preoccupato di questo né intenzionato a cambiare la cultura della sicurezza degli sviluppatori di Linux, come spiega al Washington Post, che  pubblica un articolo veramente molto lungo  al riguardo.

“Security in itself is useless. . . . The upside is always somewhere else. The security is never the thing that you really care about. […] There is no way in hell the problem there is the kernel,” Torvalds said. “If you run a nuclear power plant that can kill millions of people, you don’t connect it to the Internet.”

Ma in realtà Linux si trova in ogni smarthphone Android, nella Borsa di New York e in molti dei supercomputer del mondo, e proprio per la peculiarità con cui viene sviluppato, Torvalds è contrario al rendere pubblici i possibili security bugs: ci sono infinite diverse versioni di Linux e potrebbero passare mesi prima che vengano effettuati gli aggiornamenti, dando nel frattempo un vantaggio notevole ai malintenzionati.

 

Immagine Wall of Keys by kris krüg [CC BY-SA 2.0] via Flickr.

 


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