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I sarti ambulanti nigeriani e la moda sostenibile

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Un articolo della BBC esplora la cultura della moda sostenibile in Nigeria, ispirata dalla tradizione degli obioma, i sarti itineranti.

Nigeria’s inspiring “slow fashion” culture, from the traditional “obioma”, or mobile tailor, to creative, small-batch design.

Durante gli anni ’70 in Nigeria è nata l’attività degli obioma, che, con una macchina da cucire sulle spalle, si aggirano per i quartieri cittadini, offrendo servizi di riparazione abiti e adattamento. Questi sarti ambulanti portano con sé le loro attrezzature e materiali e si stabiliscono temporaneamente in diverse località, per creare abiti su misura per i clienti.

Much has been written about how important tailoring is to fashion’s lifecycle. In fact, Hollywood star and philanthropist Angelina Jolie’s recently-opened Atelier in New York considers tailoring so crucial that customers who purchase pieces are offered a service to have the fit customised on the spot by the atelier’s in-house tailors. Yet for the average clothing consumer, tailoring is unknown territory. So unknown that Nigerian-American stylist and writer, Subrina Heyink – after years of working with clients of different backgrounds and encouraging tailoring relationships – concluded that her own relative ease with tailoring had to be due to her upbringing in Nigeria.

Gli obioma sono spesso abili nel cucire abiti tradizionali, come i boubou o gli agbada, ma possono anche realizzare abiti moderni su richiesta. Questo approccio itinerante consente loro di raggiungere una vasta gamma di clienti e di adattarsi alle esigenze locali.

L’origine del boubou risale all’abbigliamento dei gruppi trans-sahariani e saheliani che lo indossavano come protezione dal sole intenso durante il giorno e dalle temperature sotto lo zero durante la notte mentre attraversavano il deserto del Sahara. Il boubou è solitamente decorato con ricami intricati ed è indossato in occasioni religiose o cerimoniali speciali, matrimoni, funerali o per partecipare alla preghiera del venerdì nella Moschea. È diventato l’abbigliamento formale di molti paesi dell’Africa occidentale e consiste in tre pezzi: un paio di pantaloni da annodare che si restringono verso le caviglie, una camicia a maniche lunghe e una vestaglia senza maniche.

L’agbada è invece un abito tradizionale indossato dal popolo Yoruba in tutta l’Africa occidentale, composto da un indumento di lunghezze variabili, abbinato a un paio di pantaloni. Spesso viene indossato con diversi tipi di cappelli. Si tratta di un abbigliamento maschile, indossato per eventi speciali e nella vita di tutti i giorni, a seconda dell’eleganza del capo.

Tornando ai sarti itineranti nigeriani, questo approccio al fare e riadattare ha influenzato la relazione dei nigeriani con la sartoria.  Subrina Heyink ha sottolineato l’importanza di adattare i vestiti per sviluppare uno stile personale e una migliore relazione con i capi d’abbigliamento. La sua esperienza in Nigeria ha contribuito a sviluppare la sua passione per la sartoria, che ora cerca di condividere con gli altri. In Nigeria, molti crescono avendo un rapporto con un sarto, mantenendo le relazioni sviluppate dalle loro madri o cercando nuovi sarti nei nuovi quartieri una volta diventati adulti.

“Nigerians think any apparel can be repaired – we’ve seen everything brought in for our tailors, from bras to waist trainers to duvets,” Kanyinsola Doherty of Mend Lagos tells the BBC. Doherty founded Mend Lagos to address the need for specialised alterations beyond obiomas. For the traditional obioma, times have changed for various reasons, and many are being phased out. Security is one reason – increased crime in certain areas has resulted in more neighborhood security patrol. This limits the comings and goings of non-residents, so mobile tailors are no longer able to roam as freely as they previously did. And the economic downturn has also had an effect – due to inflation, many have found the business not sustainable, and have opted out.

Tra la tendenza ad adottare l’abbigliamento occidentale e il fast fashion e il ritorno alle tradizioni, il rapporto dei nigeriani con la moda e la sartoria continua.

Un articolo di Business Day racconta come è cambiata nel tempo l’attività degli obioma a Lagos da quando è nata negli anni settanta:

In those days, the ‘Obiomas’ were warmly welcomed into the homes of those they go to mend their clothes. They were not only granted access to the living rooms, but sometimes their customers shared their meals with them. However, due to the high level of insecurity in the country, that access is now denied. These days, the mobile tailors are only allowed to perch on the corridors or around the gates of those who desire their services.

Infine un ultimo articolo ripercorre la storia della moda nigeriana dall’indipendenza.

 

 


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