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La scienza nei Paesi musulmani. Molte ombre ma anche alcune luci [EN]

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Su suggerimento e a cura di @i.c.e.

La più antica università in funzione al mondo è quella di Qarawiyyin, a Fes (Marocco), in funzione dall’anno 859, un periodo in cui il mondo arabo brillava per scienza e cultura mentre l’Europa sprofondava nel buio dell’Alto Medio Evo.
Oggi le cose non potrebbero essere più diverse: le quasi 60 nazioni a maggioranza musulmana ospitano un quarto della popolazione mondiale ma hanno prodotto solo l’1.6% dei brevetti, il 6% delle pubblicazioni accademiche e il 2.4% della spesa per la ricerca.
Ma lo scenario non è del tutto disastroso e vi sono ragioni per essere ottimisti, dato che nel mondo musulmano ci sono varie iniziative per risolvere questo problema e alcune cominciano a dare frutti: negli ultimi vent’anni, molti di questi Paesi hanno raddoppiato o triplicato l’output di pubblicazioni scientifiche, con punte come il Qatar (+770%) e Iran (+760%). Varie università stanno cercando di imitare la filosofia e l’organizzazione di prestigiose istituzioni come l’American University di Beirut e del Cairo, e il loro ranking ha rapidamente scalato le classifiche. In alcuni casi si osservano risultati particolarmente incoraggianti per le donne, come nel caso del Petroleum Institute di Abu Dhabi.
Insomma, un panorama molto complesso e contraddittorio su cui ha provato a far luce, con uno studio durato due anni una task force del Muslim World Science Initiative. L’obiettivo è ovviamente individuare le strategie migliori per replicare i casi di successo e puntare, finalmente, ad un vero e proprio revival della scienza nell’intero mondo musulmano.

Interessante sempre sul tema del rapporto fra Islam e scienza questa intervista a Rana Dajani, professore associato di Biologia Molecolare alla Hashemite University di Zarqa, in Giordania, che spiega il rapporto fra i suoi studenti e la teoria dell’evoluzione.

[N.d.R.]: Questa segnalazione ci è giunta prima degli eventi di Parigi. L’argomento è complesso e spazia dalla storia medioevale e moderna, alla religione, alla sociologia, ai diritti delle donne, fino alla “hard science”. Allo stesso tempo si presta a polarizzazioni molto spiacevoli che sarebbe bello non vedere qui. Pubblichiamo questo articolo perchè riteniamo ci sia spazio per discussioni memorabili, per cui, più del solito, vi chiediamo di automoderarvi.

Immagine: “Istambul observatory in 1577” by Anonymous Ottoman artist 1577 – Cahiers de Science et Vie No114. Licensed under Public Domain via Commons.


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