Su suggerimento di @francisco quintay
Associated Press, agenzia di stampa tra le più importanti al mondo, è stata l’ultima ad avere il permesso di operare in Germania nel periodo nazista: lasciò il paese solo nel 1941, quando il regime era già ben dentro la guerra.
Secondo una ricerca pubblicata su Studies in Contemporary History e ripresa da The Guardian, il privilegio di documentare il momento storico venne riconosciuto all’agenzia solo perchè questa si impegnò a collaborare con il governo tedesco.
In cambio del privilegio di restare nel Paese, in un sostanziale regime di monopolio sui media occidentali, l’AP avrebbe dunque siglato un accordo noto come Schriftleitergesetz, in cui si impegnava a non pubblicare materiale «pensato per indebolire la forza del Reich in patria o all’estero».
Ne parla Rivista Studio, che riporta però anche la dichiarazione di AP, la quale rigetta completamente le accuse con una ricostruzione diversa dei fatti.
AP rejects the suggestion that it collaborated with the Nazi regime at any time. Rather, the AP was subjected to pressure from the Nazi regime from the period of Hitler’s coming to power in 1933 until the AP’s expulsion from Germany in 1941. AP staff resisted the pressure while doing its best to gather accurate, vital and objective news for the world in a dark and dangerous time.AP news reporting in the 1930s helped to warn the world of the Nazi menace. AP’s Berlin bureau chief, Louis P. Lochner, won the 1939 Pulitzer Prize for his dispatches from Berlin about the Nazi regime. Earlier, Lochner also resisted anti-Semitic pressure to fire AP’s Jewish employees and when that failed he arranged for them to become employed by AP outside of Germany, likely saving their lives.
Immagine da Wikimedia Commons.
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