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Contact tracing nel mondo; i profili della disinformazione

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La guerra commerciale e tecnologica fra Usa e Cina ha ripreso nuovo slancio nelle ultime settimane, mentre sullo sfondo lo scontro politico su Hong Kong è entrato nel vivo. Pochi giorni fa gli Usa hanno aggiunto 33 aziende e istituzioni cinesi alla loro lista nera economica (la Entity List) con la motivazione che aiuterebbero Beijing a spiare la minoranza uigura (chi sono gli uiguri – SkyTG24) o avrebbero stretti legami coi militari.
Significa che le vendite di merci americane (o prodotte anche all’estero ma con tecnologie Usa) a queste entità sono sottoposte a restrizioni. Tra le aziende cinesi colpite questa volta (un primo round c’era stato a ottobre e aveva incluso società di primo piano dell’AI, quali Megvii, SenseTime, Hikvision e Iflyek) ci sono nomi importanti, come Qihoo360, una grossa società di cybersicurezza che recentemente aveva detto di aver individuato degli strumenti di hacking della CIA usati contro l’industria aeronautica e petrolifera (ne avevo scritto in newsletter); NetPosa, una delle principali aziende cinesi di AI e di riconoscimento facciale; e CloudMinds, altra società specializzata in robotica e intelligenza artificiale (Straitstimes).
La settimana prima il Dipartimento del Commercio Usa aveva varato ulteriori restrizioni alla vendita di semiconduttori americani al colosso cinese Huawei, con cui da tempo è in corso uno scontro multiforme imperniato soprattutto sul 5G.
(Nel mentre al produttore di chip cinese SMIC sta arrivando una iniezione di aiuti statali – Nikkei Asian Review. Del resto la Cina ha iniziato a correre ai ripari di fronte al rischio di frammentazione economica post-coronavirus e di rottura totale con gli Usa, e si sta preparando per lo scenario peggiore, puntando sulla produzione interna, come comunicato in questi giorni dal presidente Xi Jinping – Scmp).

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