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«Don’t look up», 5 motivi per cui è il miglior film dell’anno (e della pandemia)

«Don’t look up», 5 motivi per cui è il miglior film dell’anno (e della pandemia)

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Andrea Chimento sul Sole 24 Ore recensisce Don’t look up, commedia «basata su fatti realmente possibili».

Il nuovo film di Adam McKay parla di scienziati, un disastro imminente e la corsa per sensibilizzare il grande pubblico. È una commedia, ma una commedia alla Stranamore, quelle in cui ridi per non piangere; non è neanche un film perfetto, ma un film non deve essere necessariamente perfetto per essere un capolavoro. Ora in streaming su Netflix dopo un affaccio nelle sale cinematografiche a inizio dicembre, è di sicuro un gran film di quest’anno, l’unico possibile sulla pandemia, la cosa che meglio ci spiega i meccanismi — sociali, psicologici, politici e mediatici — che, nel terzo millennio, entrano in gioco quando l’umanità si confronta con un’emergenza.

Il bello è che nell’opera interpretata da Leonardo Di Caprio e Jennifer Lawrence (solo due in un cast stellare) neanche si parla di pandemia: l’argomento è una cometa che fa rotta sulla terra, lasciandole poco più di sei mesi di vita. Un disaster movie che non si prende sul serio, strizza l’occhio alla generazione Greta, con la benedizione di tutta la Hollywood Dem, non parla mai di climate change ma anzi ci offre un ritratto impietoso di come sul pianeta abbiamo gestito questi quasi due anni di coronavirus.

La recensione di su Wired è più critica: «Don’t Look Up vuole farti sentire intelligente ma non ha granché da dire. Netflix mobilita mezza Hollywood democratica e benintenzionata per una satira a senso unico piena di gran messaggi ma incapace di comprendere se stessa nella critica».


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