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È stata la mano di Dio

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Su Doppio Zero, le riflessioni di Gianni Montieri sull’ultimo lavoro di Paolo Sorrentino, È stata la mano di Dio.

Le zie, le sorelle di mio padre, erano quelle che più di tutte nominavano ‘o munaciello: bambino, piccolo monaco, creatura invisibile, figura magica, portento religioso, mistero della fede (o di chissà cosa) che si aggirava per casa. ‘O munaciello viene da racconti lontani, un po’ leggenda, un po’ verità. Per Matilde Serao, per esempio, era più vicino alla verità che alla leggenda, ma se pensiamo a Napoli la distanza tra leggendario e reale è sottile, così come quella tra falso e vero. Perciò ‘o munaciello esiste nelle cose di Napoli, un po’ lo vedi un po’ no, un po’ ci credi un po’ no.

Ci credi quando ti conviene, magari. Nelle frasi delle zie la figura fiabesca era a volte un benefattore (soldi comparsi in un cassetto di cui nessuno ricordava la provenienza) altre era un dispettoso (cose sparite, oggetti finiti da qualche parte e mai più saltati fuori, piatti rotti senza che nessuno ammettesse di averli fatti cadere), ma comunque era una figura benevola. Forti di questo racconto una volta nascondemmo una zuppiera piena di fragole già pronte per essere servite, nessuno riuscì a trovarle per ore, e solo quando qualcuno esclamò: “Ma chi è stato? ‘O munaciello?”, le facemmo ricomparire in un ripiano del frigorifero, là dove dovevano stare.

Il giudizio di Montieri sul film è inequivocabilmente positivo:

È stata la mano di Dio è un film bellissimo che Paolo Sorrentino realizza nel momento giusto. Molti si sono detti contenti di non aver trovato i soliti manierismi del regista, che chi scrive non trova mai. Si tratta di un film che riesce a mostrare la Napoli degli anni Ottanta, i condomini borghesi, la Galleria, piazzetta Matilde Serao, il Vomero ma pure via Toledo, piazzetta Augusteo. E ne mostra le case, tutti hanno visto quelle camerette, le esatte piastrelle della cucina, i bicchieri nella credenza sempre troppo scura. Sorrentino omaggia Fellini e Massimo Troisi, con la sorella di Fabietto sempre chiusa in bagno, come Pascalino, il fratello di Massimo, in Ricomincio da tre. Un film, infine, che ci ricorda da dove veniamo, che allo stadio diventavamo amici del contrabbandiere, che avrebbe potuto dire a noi: “Nun so’ pazzo, so’ giovane. Pecché, tu no?”.

E’ stata la mano di Dio è nella shortlist dei 15 migliori film internazionali in vista dei prossimi premi Oscar. Può essere visto in streaming su Netflix.


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