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Il Padel è il trionfo delle pippe, per questo ci gioco

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Filippo Casini su Vice racconta del suo incontro con il padel, e prova a spiegare perché questo sport stia diventando sempre più popolare. Inventato in Messico poco più di cinquant’anni fa, il padel può essere descritto come una sorta di tennis semplificato, in cui il campo da gioco è più piccolo e si può far rimbalzare la palla sulle pareti. In Italia è stato diffuso da calciatori ed ex calciatori, a cominciare dal campione del mondo Gianluca Zambrotta, per arrivare a Totti e Ibrahimovic. I politici, come Giuseppe Conte e Giorgia Meloni, sono seguiti a ruota, insieme a moltissimi altri Italiani: sono ormai 800.000 a praticare il padel nel nostro paese, e la federazione nazionale contava 70.000 iscritti, prima di unirsi lo scorso autunno alla Federtennis.

Filippo Casini scrive che questo successo è dovuto alla facilità di questo sport, le cui regole si imparano molto in fretta, e in cui ci si può divertire anche se si gioca obiettivamente male. “Il trionfo delle pippe”, come ha sintetizzato il tennista Nicola Pietrangeli. Un’attività praticata sia da appassionati sportivi, sia da “merenderos”, o da gente che cerca semplicemente di svagarsi fra colleghi dopo il lavoro.

La realtà è che il padel è uno sport tanto democratico quanto paraculo. Non so se il più paraculo, non li conosco tutti, ma sicuramente il più tra quelli che conosco io. Paolo Bonolis, intervistato dal Corriere dello Sport sul perché si fosse ossessionato con il padel, l’ha fatta semplice: “Gioco a padel perché qualunque altro sport mi è inibito per condizione fisica, età e stupidità.” Effettivamente non ci sono esagerati vantaggi fisici dovuti all’altezza, la forza fisica, l’età (si può giocare ai massimi livelli anche oltre i 40 anni) o lo stato di forma in generale.

Ma c’è un ultimo trucco che il padel usa per attirarti nella sua “gabbia”: non ha filosofia e non pretende che tu abbracci nessuna mentalità. Spesso gli sport portano con sé uno stile di vita, un gruppo di appassionati convinti e dei riferimenti se non culturali almeno sociali.

Nel padel ho scoperto non esserci nulla di tutto questo: è uno sport sì, ma che non si prende sul serio, che non rimanda a nulla. Il padel non obbliga a prendere lezioni. A me ha fregato così: facendomi sentire un padelista dopo 5 minuti.


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