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Il ritorno del lupo

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Il blog dell’Università di Padova fa il punto sullo stato di conservazione del lupo in Italia: una specie in crescita e che, in particolare, sta tornando a ripopolare il Nord Italia. Un monitoraggio, commissionato nel 2018 e descritto in un altro articolo della stessa autrice, è arrivato dopo quattro anni a una stima: 3307 esemplari in tutto il territorio nazionale, di cui più di due terzi nelle aree appenniniche e il restante sull’arco alpino, in frequente contatto con i branchi diffusi nei paesi confinanti.
Il lupo sta approfittando di una fase favorevole, grazie all’aumento della superficie boschiva e alla crescita della popolazione di cinghiali, cervi e caprioli, le sue prede naturali. Tuttavia, il rapporto con gli esseri umani rimane problematico, in particolare nelle aree dove il lupo è ritornato solo negli ultimi trent’anni, come spiega il biologo Renato Semenzato:

Il ritorno di questo grande predatore nell’arco alpino ha riportato alla luce le antiche difficoltà di convivenza tra il lupo e la nostra specie. «Per quasi un secolo i lupi sono completamente scomparsi da queste zone», ricorda Semenzato. «Mentre nell’Italia centrale il lupo non si è mai estinto, e quindi modalità e strategie di convivenza sono state tramandate da una generazione all’altra, rimanendo vive nelle abitudini delle popolazioni locali, nelle Alpi l’attuale espansione della popolazione dei lupi è molto recente, ed è tuttora in corso. Questo secolo di totale assenza del lupo ha fatto sì che gli umani dimenticassero come relazionarsi con un grande carnivoro, ad esempio nella gestione degli animali domestici. È dunque essenziale lavorare per trovare un nuovo equilibrio con questo grande predatore».

C’è quindi bisogno di molto lavoro di formazione e comunicazione, come quello che sta compiendo il progetto di ricerca “Life Wolfalps EU”, a cui afferisce Semenzaro. I rischi sono molteplici e riguardano sia i danni al bestiame, sia le uccisioni volontarie  di lupi da parte degli umani. Come spiega un altro biologo intervistato dall’autrice, a suscitare particolare preoccupazione è l’ibridazione fra lupi e cani:

«L’ibridazione mette in pericolo la sopravvivenza del lupo per due motivi: gli ibridi potrebbero esibire comportamenti meno “da lupo”, e creare ulteriori conflitti con l’uomo. Inoltre il rischio di introgressione genetica è serio: il patrimonio genetico del lupo rischia di perdersi, mescolandosi a quello del cane. È una minaccia subdola perché non visibile, che non incide sui numeri, ma sul patrimonio genetico. E per eliminarla bisognerebbe fare attenzione ai cani randagi e ai cani padronali non controllati, in contesti di presenza del lupo.»


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