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La lotta di classe del 1877 che gli USA hanno rimosso

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In un articolo a firma di Ryan Zickgraf pubblicato sui Jacobin Magazine e tradotto per Jacobin Italia da Valentina Menicacci si racconta dell’ondata di scioperi nei più svariati settori che nell’estate del 1877 travolse gli Stati Uniti, da est e ovest, e delle violenze che ne seguirono. A dare il via all’effetto domino fu la notizia del taglio dei salari ai danni dei lavoratori delle ferrovie di Martinsburg, nel West Virginia.

Il primo sciopero nazionale nella storia degli Stati uniti ha avuto un’origine piuttosto umile. Il 16 luglio 1877, quaranta lavoratori delle ferrovie risposero alla notizia di un taglio dei salari interrompendo il lavoro e fermando il traffico ferroviario a Martinsburg, nel West Virginia. Quel singolo evento generò un effetto domino, diffondendo la rivolta come un fuoco in tutta la classe operaia statunitense. Entro la fine del mese, un milione di lavoratori aveva smesso di lavorare nelle città industriali di quattordici stati, da New York City a San Francisco.

Scrivendo a Friedrich Engels il 24 luglio di quell’anno, Karl Marx la chiamò «la prima sollevazione contro l’oligarchia del capitale che si è sviluppata dalla Guerra civile», che avrebbe potuto portare a «un partito dei lavoratori serio negli Stati uniti». Non fu un caso che la predizione di Marx non si avverò completamente. In risposta agli scioperi, il capitale iniziò una guerra di classe contro i lavoratori in una violenta e organizzata dimostrazione di forza che non si vedeva dalla Guerra civile.

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A Chicago, i membri dell’élite economica organizzarono un proprio sindacato nelle settimane che seguirono il Grande sciopero: il Commercial Club. Più tardi il Commercial Club comprò seicento acri di terra a nord della città per costruire il Forte Sheridan, una base-fortezza per l’esercito statunitense. Fu progettata per dare alla Guardia nazionale dell’Illinois e all’esercito statunitense un più facile accesso in caso avessero dovuto agire di nuovo come personale forza di polizia della classe dominante col compito di sopprimere l’agitazione della forza lavoro. Convinto che anche la polizia avesse bisogno di più armi e più grosse, l’uomo più ricco di Chicago, Marshall Field, donò migliaia di dollari per mitragliatrici Gatling e cannoni alla città.


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