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La scelta dei banchi rivela un’idea di scuola e di società

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Prendendo spunto dalla polemica sorta intorno alla decisione da parte della ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina di fornire alle scuole un certo numero di banchi a rotelle che garantiscano il distanziamento fisico tra gli alunni, Franco Lorenzoni spiega su Internazionale in che modo l’organizzazione e la flessibilità delle aule scolastiche siano funzionali alla didattica riflettendo sull’importanza che queste caratteristiche rivestirebbero nella stimolazione della curiosità negli studenti.

La qualità della didattica nasce da ampie visioni e piccoli particolari, altrettanto importanti. Si fa un gran parlare di banchi innovativi con le rotelle in queste settimane perché il ministero dell’istruzione ha emesso un bando per comprarne un milione e mezzo, e un altro milione e mezzo di “sedute attrezzate di tipo innovativo”. Il fatto che queste sedute attrezzate costino tre volte tanto i normali banchi, siano interamente di plastica e dunque poco ecologiche, abbiano piccoli piani ribaltabili adatti a ospitare tablet o portatili ma non più di due quaderni e libri e, soprattutto, non si possano unire tra loro per lavorare in gruppo condividendo materiali, ha suscitato polemiche accompagnate da battute, vignette e sarcasmi, per via delle fragili rotelle su cui poggia questa discutibile innovazione. A questa discussione in tanti si sono ribellati, sostenendo che non è serio parlare di sedie quando in ballo c’è il futuro della scuola.

Immagine da Flickr.


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