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Le 42 vite di Adolf Hitler

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Non batte i record del defunto Re Hussein di Giordania, che è sopravvissuto durante la sua vita a più di un attentato all’anno (incluso un tentativo di ucciderlo avvelenandogli il dentifricio) ma durante la sua carriera politica Adolf Hitler è sopravvissuto a ben 42 tentativi di attentato, dai più velleitari all’inizio della sua carriera:

I primi tentativi di uccidere Hitler furono escogitati da sconosciuti (novembre 1921 a Monaco; marzo e settembre 1923 in Turingia; gennaio, marzo, giugno e luglio 1932 (famoso quello tentato amministrandogli cibi avvelenati all’Hotel Kaiserhof) a Berlino; maggio 1932 a Strasund; luglio 1932 a Friburgo; marzo 1933 a Posdam nella chiesa Garnison; giugno e settembre 1933 allo Obersalzberg; ottobre 1937 ad Amburgo) tutti sospesi o sventati prima della loro attuazione.

A quelli più strutturati che arrivarono piuttosto vicini alla realizzazione:

Maurice Bavaud, studente francese di 22 anni, antinazista, dopo due tentativi di assassinare il Führer andati a vuoto nello stesso anno, il 9 novembre 1938 si era recato a Monaco ove Hitler si sarebbe dovuto recare per presenziare all’annuale “Sfilata degli Eroi”: giunto fortunosamente, armato di pistola, a pochi metri dal suo bersaglio, dovette rinunciare al suo intento a causa di un brusco movimento del Führer. Subito individuato, arrestato, processato, venne condannato a morte e ghigliottinato nel maggio 1941 dopo tre anni di Konzentrationslager a Dachau.

A tutti questi, compreso il più famoso, quello orchestrato nel 1944 da Von Stauffenberg e da altri alti gradi dell’Esercito e ricordato nel film Valkyrie, il Fuhrer sopravvisse, un po’ per l’efficienza dell’apparato tedesca, che ne sventò alcuni, un po’ per l’inefficienza dei congiurati, ma il più delle volte per semplice fortuna.

Il 20 settembre 1935 Heinrich GRUNOW, soldato della Guardia S.S. del Führer, per vendicare la strage dalle stesse S.S. compiuta l’anno prima – nella “Notte dei lunghi coltelli” – contro le S.A. (Sturmabteilung, Organizzazione paramilitare nazista in competizione con le S.S.) cui aveva appartenuto, si attestò lungo la strada che collegava la residenza di Hitler al Berghof di Berchtesgaden e sparò tre colpi di pistola sul passeggero seduto sul sedile posteriore dell’auto (che era solitamente occupato da Hitler) uccidendolo. Ma Hitler si salvò in quanto quella volta, eccezionalmente, era lui stesso alla guida dell’auto invece di Erich Kempka, suo autista di fiducia, e la vittima fu un capitano delle S.S. della sua scorta.

Il 14 giugno 1942 due partigiani polacchi, Stanislaw Lesikowski (“Foresta”) e Jan Szalewski (“Zibellino”) , entrati in Germania con l’appoggio di Kordt, misero tre sacchetti di tritolo da 25 kg ciascuno sulle rotaie della linea ferroviaria Königsberg – Berlino sulla quale quel giorno avrebbe dovuto viaggiare il treno corazzato “Amerika”, personale di Hitler con il Führer a bordo : lo scoppio delle cariche, opportunamente calcolato a orologeria, fece deragliare il treno provocando la morte di 30 persone, ma Hitler si salvò poiché era inopinatamente sceso dal treno nella precedente stazione di Marienberg.

Paradossalmente un attentato riuscito, quello del ministro delle finanze della repubblica di Weimar Walther Rathenau contribuì ad indebolire la Repubblica di Weimar e a creare le condizioni per l’ascesa di Hitler al potere. Ci si può chiedere che cosa sarebbe cambiato nella storia del mondo se uno dei molti attentati ad Hitler fosse riuscito.

Nel corso della sua vita, Hitler aveva ripetutamente affermato (il 19.7.1940 nello storico discorso al Reichstag, il 20.7.1944 a Rastenburg subito dopo l’attentato cui era scampato, sino al 1.1.1945 al Castello di Adlerhorst) di essere “invulnerabile per volontà divina”. Il destino, paradossalmente, gli dette a lungo ragione.


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