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L’emergenza coronavirus – 24-30 Maggio 2020

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Sul sito della protezione civile si può vedere una mappa della situazione in Italia (qui c’è la versione per dispositivi mobili). Su VirusConV si possono trovare i dati per la situazione mondiale. Qui è disponibile un Google Sheet dove potete consultare l’andamento del COVID-19 in Italia.
Se ci sono articoli che vorreste vedere nel post di domani segnalateli qui.

Effetti demografici del covid 19: scenari di natalità.

Un articolo a tinte fosche di neodemos sulle previsioni demografiche italiane, dopo anni di continui cali demografici, a partire dalla grande crisi del 2008, e da un trend ancora più marcato e più vecchio e consolidato a partire dagli inizi degli anni 70, stiamo con ogni probabilità per assistere a un nuovo calo delle nascite.

Immuni?

A oltre due mesi dall’inizio della fase 1 e oltre venti giorni della fase 2 sembra arrivato il momento di Immuni, l’applicazione per il contact tracing.

Repubblica indica a questo link dieci punti in cui rassicura sull’uso della app facendo un po’ di chiarezza, l’Huffington Post, partendo grossomodo in questo articolo solleva invece nove perplessità.

In questo articolo invece si fa un punto sommario sulle app di contact tracing nel resto del mondo.

Il “modello veneto” funziona nonostante Zaia

Un articolo su Left pubblica una intervista a Claudio Beltramello, medico igienista e professore all’università di Padova. Secondo lui la ricetta del successo sta nella buona presenza sul territorio degli ospedali e nel freno alla sanità privata anche se Zaia voleva scardinare questo sistema.

La danza del coronavirus-3

Nuovo articolo di Tomas Pueyo, l’autore della famosa espressione “la danza e il martello”, su come gestire la riapertura, anche tradotto in italiano. Pueyo cerca di fare un’analisi costi/benefici, per capire cosa dovrebbe riaprire prima e cosa dopo. Sulla diffusione in ambienti chiusi, delle grosse variabili sembrano essere quanto il gruppo è grande e disomogeneo, e quanto la gente parla e si sposta: per questo, un cinema o un concerto di musica classica in cui la gente sta seduta al proprio posto e zitta (magari con una mascherina) è molto più sicuro di un concerto di musica rock in cui la gente si sposta, si tocca e urla. Inoltre, la classe di una scuola, in cui i bambini che si incontrano sono sempre gli stessi, è meno pericolosa di ambienti più promiscui come pub o palestre. D’altra parte, tenere chiuse a lungo le scuole ha gravi effetti sul futuro dei bambini, in particolare di quelli che provengono da ambienti disagiati.
Per quanto riguarda gli spostamenti, si possono imporre quarantene o divieti di accesso differenziati, a seconda dei paesi. In futuro gli abitanti dei paesi poco coinvolti potrebbero viaggiare dall’uno all’altro senza molti controlli, mentre quelli dei paesi con molti casi che “puntano all’immunità di gregge” saranno più isolati.

A Palermo con chi aiuta i più poveri durante la pandemia

Le misure restrittive hanno fatto emergere le condizioni di povertà e degrado in cui versa una fetta di società palermitana. Ne parla un video reportage proposto su Internazionale.

Le regole sulle mascherine sono più politiche che scientifiche

Il Guardian riporta i risultati di uno studio fatto all’Universita di Edimburgo, in cui sono stati  valutati i flussi dell’aria espirata da chi le indossa. Tutte le mascherine riducono di molto la distanza raggiunta dall’aria espirata che le attraversa, ma

… they added that fit was essential, pointing out that “surgical, handmade masks, and face shields, generate significant leakage jets that have the potential to disperse virus-laden fluid particles by several metres,”

Secondo uno studioso che commenta i risultati, la scienza non può (ancora) dire se le mascherine riducono la trasmissione virale, ma indossarle è più una questione sociale e politica.

“My feeling is that this is becoming more of a statement, a statement of solidarity. By going out and wearing a face mask you show that you are taking action, you show other people you are concerned about this, you are concerned about them, you are concerned about yourself. But perhaps conversely by not wearing a face mask that is also a statement as well,” said Kolstoe, pointing to a recent Politico article with the headline “Wearing a mask is for smug liberals. Refusing to is for reckless Republicans.”

Probabilmente non saprete mai se il virus che avete avuto a gennaio era il nuovo coronavirus

Atlantic pubblica un commento sulle difficoltà di stabilire quanti sono stati i casi di Covid-19 negli USA nei mesi precedenti a quelli in cui la malattia ha fatto ufficialmente la sua comparsa sul suolo americano.

Aside from the one or two infections that did seed major outbreaks in places such as Seattle and New York, most infections that arrived from outside the country in January would have been transmitted to at most a few people, then quickly “fizzled out,”

Anche i test sierologici difficilmente potranno aiutarci a stabilire un numero accurato dei malati.

about 1 percent of results from the current tests are likely to be false positives. There’s some math involved, but the upshot is that until more than 1 percent of the population is infected—about 3 million people nationwide—you can’t actually draw any conclusions from the results. The odds that 3 million Americans had COVID-19 in January are slim to none.

Many Americans used part of their coronavirus stimulus check to trade stocks

The U.S. government passed the largest piece of stimulus legislation in our nation’s history to allow people to keep paying their bills during the forced economic shutdowns due to the coronavirus.
Consumers, in turn, used a lot of that money to speculate in the stock market.

Securities trading was among the most common uses for the government stimulus checks in nearly every income bracket, according to software and data aggregation company Envestnet Yodlee. For many consumers, trading was the second or third most common use for the funds, behind only increasing savings and cash withdrawals, the data showed.

Ne parla un articolo della CNBC

Le lezioni del virus

In un lungo articolo pubblicato su Internazionale, il filosofo spagnolo Paul B. Preciado indaga i meccanismi biopolitici che sarebbero alla base delle diverse strategie adottate da alcuni governi per contrastare la diffusione del Covid-19 confrontandole con quelle messe in campo in passato in contesti simili a quello attuale.

Immagine da Wikimedia.


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