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L’ossessione tutta olandese per i reality

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A cura di @Anna.

Davide Banis racconta su Link l’importanza dei reality per il pubblico televisivo dei Paesi Bassi.

Nel 1991 Amsterdam è una città giovane e dinamica, già piena di biciclette, ma con molti meno turisti rispetto a oggi. Al civico 28 di una strada del centro c’è un grande appartamento in cui si sono appena trasferiti sette studenti che stanno per iniziare l’università. Non ci sarebbe niente di strano – certo, i sette non si conoscono, ma questo è abbastanza normale per un gruppo di studenti che va a vivere insieme per dividere i costi – se non fosse che il motivo per cui si trovano a vivere lì è che sono stati scelti per far parte di un nuovo, insolito programma chiamato Nummer 28. Prodotto dal servizio pubblico cattolico Kro (i Paesi Bassi hanno un modo piuttosto curioso di spartire il servizio pubblico radiotelevisivo tra vari gruppi religiosi e culturali, e forse meriterebbe un articolo a sé stante), Nummer 28 segue la vita quotidiana di questi ragazzi, le loro interazioni, e monta il tutto con enfasi narrativa, piazzandoci sopra musiche da soap opera e chiedendo di tanto in tanto ai ragazzi di descrivere le loro esperienze di fronte a una telecamera, anticipando quella soluzione narrativa che sarà più avanti battezzata “il confessionale”.

Immagine da pixnio.


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