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Ti ricordi di me (e della Brexit)?

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L’ultima newsletter che vi avevo inviato è datata 1° febbraio. E rileggerla oggi è stato piuttosto strano. “Brexit è fatta – ma oggi è come ieri”, era il titolo. “Niente allarmismi né trionfalismi. Il Regno Unito è ufficialmente fuori dall’Ue. Ma, almeno fino a fine anno, sarà tutto uguale”, il sottotitolo. Vi salutavo raccontandovi qualche cosa di personale: che avevo iniziato una nuova avventura lavorativa — divertentissima, lo ribadisco anche oggi — con Formiche.net e che stavo per partire per il viaggio di nozze. Beh, da quel viaggio io e mia moglie siamo tornati il giorno in cui all’aeroporto di Milano Malpensa erano iniziati i controlli della temperatura.

Ecco perché rileggerla oggi è piuttosto strano: manca quella cosa lì, di cui parliamo ormai da nove mesi, il coronavirus. Che ha cambiato il mondo e ha avuto anche un certo effetto sulle elezioni presidenziali statunitensi della scorsa settimana. E meno di colpi di scena clamorosi, a gennaio Joe Biden giurerà come quarantaseiesimo presidente degli Stati Uniti. È con questa scusa che torno da voi.

Questa mattina, mentre faceva un’intervista sul futuro delle relazioni tra Stati Uniti e Unione Europea, mi è venuta un po’ di nostalgia di questa newsletter. Alle mie domande rispondeva David O’Sullivan, ex civil servant irlandese che ha ricoperto posizioni di vertice nell’Unione europea: è stato ambasciatore dell’Unione europea negli Stati Uniti dal 2014 al 2019 e prima, tra le altre cose, segretario generale della Commissione europea tra il 2000 e il 2005 durante il mandato dell’ex presidente del Consiglio italiano Romano Prodi.

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