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Tokyo Vice – Jake Adelstein alla scoperta del mondo della Yakuza

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Presentiamo sulle pagine di Hookii Jake Adelstein, giornalista investigativo e scrittore statunitense nonchè autore di Tokyo Vice, offrendovi la possibilità di rivolgere nei commenti alcune domande all’autore. Le domande più interessanti saranno inviate ad Adelstein, che risponderà alle vostre curiosità. Per facilitare lo scambio, vi chiediamo di porre le domande direttamente in lingua inglese.
In questa intervista a France 24 Jake Adelstein  ripercorre alcuni momenti della sua carriera presso lo Yomiuri shinbun, il maggiore quotidiano in Giappone, presso il quale ha lavorato per 12 anni come giornalista investigativo. 

Jake Adelstein, the author of Tokyo Vice and the creator of its television series, has released a new book that delves deeper into his experiences in Japan. Tokyo Detective follows Adelstein’s life as a private detective in the country, investigating the mafia who have evolved into legitimate businessmen. While his original book chronicled his 12-year journey as an American reporter for a Japanese newspaper in Tokyo, this new work offers a more nuanced perspective of Japanese society’s underbelly. Recently published in French, the book will be available in English next year, coinciding with the second season of the Tokyo Vice series. Adelstein spoke to Perspective about his latest work.

Dal successo del suo primo libro, Tokyo Vice, pubblicato nel 2009, è stata tratta l’omonima serie prodotta da HBO, la cui seconda stagione verrà rilasciata nel 2024. Adelstein durante la sua carriera ha approfondito i vari domini in cui la mafia giapponese si è specializzata dal secondo dopoguerra e il modo in cui ha per anni operato come un braccio funzionale della società giapponese. 

Negli anni 90, la Yakuza, o meglio i 23 gruppi criminali che compongono la mafia giapponese, avevano uffici il cui indirizzo era pubblico, il loro numero si trovava sulle guide telefoniche, il loro business era florido e i boss ricchi e temuti. Fra le attività principali sulle quali avevano influenza c’erano il gioco d’azzardo, le scommesse, i ricatti, il settore edilizio e la riscossione di crediti non pagati. 

In quegli anni nasce anche l’interesse per la mafia a infiltrarsi nel mercato azionario ed estorcere grosse somme di denaro a società per azioni quotate in borsa che svolgono business pienamente legittimi, fra le altre, tramite una pratica di disturbo delle assemblee dei soci, detta Sōkaiya (総会屋).

È proprio la crescente influenza nel mercato azionario che ha portato il sistema giudiziario a trovare una soluzione che si è rivelata vincente: criminalizzare qualsiasi transazione, da parte della società civile, con la società criminale.  Grazie alla nuova legislazione (implementata a partire dal 2010), per la Yakuza è diventato impossibile ricevere denaro da qualsiasi tipo di business legittimo e il numero di Yakuza è in diminuzione da anni. I boss non riescono più ad attrarre giovani nel mondo criminale e l’età media dei membri delle gang è 51 anni. 

Nell’intervista, Adelstein identifica il momento fondamentale di questo cambiamento, segnato dallo scandalo della Suruga Corporation, società immobiliare quotata in borsa. Per aumentare i profitti dei propri investimenti, la società doveva fare in modo di sfrattare gli inquilini dai condomini che acquistava nel modo più veloce possibile. Velocità garantita da una società affiliata alla Goto-gumi, la quale inviava i propri criminali a “convincere” gli inquilini ad un celere trasloco. Lo scandalo fu particolarmente importante in quanto nel consiglio di amministrazione della società sedevano ex membri della polizia e un ex pubblico ministero.

Sulla guerra alla Yazuka David McNeill e Jake Adelstein hanno scritto un articolo pubblicato anche da The Asian-Pacific Journal.

Nel decennio 2010-2020, migliaia di affiliati alle gang hanno abbandonato il proprio status di Yakuza e a fatica provano a reinserirsi nella società civile. Le nuove leggi hanno infatti avuto un successo estremo nello smantellare le attività dei gruppi criminali, lasciando tuttavia in un limbo gli ex yakuza, che non possono nemmeno aprire un conto in banca, o acquistare una sim card, per un periodo di 5 anni dopo l’abiura del crimine organizzato.

The Mainichi ripropone un articolo di Kotaro Adachi, per il Tokyo City News Department, nel quale vengono raccontate le vicissitudini degli ex-yazuka giapponesi per trovare lavoro, nonostante il supporto della polizia.

Jake Adelstein illustra infine le nuove tematiche che lo interessano come giornalista e le sue future attività: un podcast sulle persone scomparse in Giappone e la pubblicazione di un nuovo libro nel 2024, Tokyo Detective.


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