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Un punto sui migranti

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Su suggerimento di @Yoghi e @Letizia.

Quest’estate la crisi dei migranti ha raggiunto le prime pagine dei giornali di tutte le nazioni per la sua importanza; ricordiamo ad esempio lo State of European Union sui migranti e le varie questioni sulla distribuzione tra i paesi europei, i problemi ai confini serbo-ungheresi dovuti allo spostamento di massa di rifugiati siriani dopo la decisione tedesca di accoglierli tutti – dal 21 ottobre invece la Germania ha ricominciato ad applicare le norme del Trattato di Dublino. Forse è bene, a ridosso dell’inverno, vedere quali sono i numeri e quali le questioni emerse.

Ad esempio, prendendo i dati Istat, tra il 2014 e il 2015 il numero di cittadini non comunitari regolarmente soggiornanti in Italia è aumentato di circa 55mila unità (+1,4%). Cala il numero di stranieri che arriva per la ricerca di lavoro, a «raddoppiare in termini assoluti sono invece i permessi per asilo e protezione umanitaria: nel 2014 da 19.146 sono passati a 47.873. In termini relativi arrivano a rappresentare il 19,3% dei nuovi ingressi, dal 7,5% del 2013».

Ricordiamo che la grossa massa di rifugiati e migranti (a proposito: è pericolosa questa distinzione?) che arrivano sulle spiagge di Lampedusa (o comunque attraverso barconi) non arrivano per fermarsi in Italia, ma per raggiungere i paesi del nord Europa. Non per questo non si presenta il problema di soccorrerli. Con Mafia Capitale, però, si è visto come anche l’accoglienza dei rifugiati diventa un business per le associazioni mafiose: pratica che non si ferma a Roma, ma che coinvolge anche la Campania, secondo l’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) Raffaele Cantone. È con lo scandalo della cooperativa “Un’ala di riserva” che si è posta l’attenzione anche sulla regione campana e soprattutto sul sistema dei centri di assistenza, strutture di accoglienza e CAS.

Il problema dell’arrivo di tante persone che cercano di fuggire dalle guerre e dalla povertà, ha insito in sé anche il problema dell’identificazione: è il caso ad esempio di Ben Nasr Mehdi, ritornato in Italia tramite un barcone e approdato a Lampedusa insieme ad altre centinaia di rifugiati. Ben Nasr Mehdi è stato però processato per terrorismo, scontando i 7 anni di pena dopo la scoperta della cellula jihadista di Reggio Emilia di cui era il capo. È questo il primo caso di identificazione di terroristi (o ex terroristi) arrivati tramite i barconi.

 

Immagine by Jeffrey Sciberras CC BY 3.0 via Wikipedia


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